La Chiesa indiana si impegna a "mantenere le promesse" per la lotta all'Aids
La Conferenza episcopale promette di potenziare le attività per la preparazione del personale medico, per la sensibilizzazione dei poveri delle zone rurali e contro la discriminazione legata alla malattia.
Mumbai (AsiaNews) - La Chiesa cattolica in India ribadisce il suo impegno nella lotta all'Hiv e Aids, che si diffonde in modo preoccupante nel Paese. Alla vigilia della 18esima "Giornata mondiale dell'Aids", Joseph Babu - portavoce della Conferenza episcopale indiana (Cbci) - spiega ad AsiaNews che la Chiesa ha intenzione di "mantenere le promesse", potenziando il suo lavoro nella preparazione del personale medico, contro la discriminazione legata a questa malattia e alla cura dei malati più poveri nelle remote zone dell'India rurale.
"La Chiesa - dice il sacerdote - userà la sua rete di istituzioni sanitarie per raggiungere le aree più isolate del Paese e sensibilizzare sulla prevenzione del virus". Rispetto alle persone già contagiate, Babu assicura che i centri di assistenza gestiti dai cattolici continueranno ad adottare un approccio "non discriminatorio". Secondo il portavoce della Cbci, proprio questo atteggiamento "manderà a tutta la società un forte messaggio: che i malati di Aids hanno il diritto di una vita dignitosa come qualsiasi persona affetta da altre malattie".
Secondo il rapporto sull'epidemia dell'Aids publicato di recente dal Programma dell'Onu per la lotta all'Aids (Onusida) e dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), solo in India, ci sono 5,31 milioni di persone infette; il Paese occupa così il primo posto in Asia e il secondo nel mondo. Lo stesso rapporto dichiara che il tasso di infezione dell'Hiv (Human immunodeficiency virus) "in alcuni Stati indiani sembra essersi stabilizzato (tra questi Tamil Nadu, Andhra Pradesh, Karnataka e Maharashtra)". Ciò non toglie che in altri Stati i contagi "continuino a crescere soprattutto tra la popolazione ad alto rischio", determinando il generale aumento dell'infezione nel Paese. Notizia positiva, invece, il basso tasso di infezioni tra le donne incinta negli Stati poveri e densamente popolati del nord, come Uttar Pradesh e Bihar. In 4 città dei piu industrializzati Stati dell'ovest, del sud e del nordest (Manipur e Nagaland) la percentuale di donne in gravidanza contagiate è dell'1%.
Nel sud l'Hiv si diffonde per di più a causa di rapporti sessuali non protetti, mentre nel nordest tramite l'assunzione di droghe. Il rapporto registra un significativo aumento dei contagi tra le donne sposate, le quali ricevono il virus dai mariti che frequentano prostitute.
Mons. Bernard Moras, arcivescovo di Bangalore e presidente della Commissione salute della Cbci, ha invitato la comunità ad "osservare oltre alla Giornata mondiale dell'Aids, anche la 'Domenica dell'Aids'", chiamata per il 4 dicembre.
Il tema della Giornata mondiale di quest'anno è "Contenere l'Aids, adempiere alle promesse". Nel suo messaggio per il 1 dicembre, mons. Moras ricorda che anche per la Chiesa indiana la vera sfida nella lotta all'Aids è "mantenere le promesse". Per questo si rivolge a tutti "istituzioni, parrocchie, congregazioni religiose e fedeli a considerare come una missione quella di attuare gli impegni presi: contenere la diffusione del virus, alleviare le sofferenze di chi è già malato assicurando una vita dignitosa e prevenendo le discriminazioni.
In India sono 70 le istituzioni cattoliche dedite esclusivamente ai malati emarginati e abbandonati dalla società. La Commissione salute della Cbci ha istituito una cattedra all'Università nazionale Indira Gandhi con corsi di studio su "Hiv e educazione familiare" e un diploma di laurea in Lavoro sociale.
30/11/2005