14/05/2010, 00.00
COREA DEL SUD
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La Chiesa di Corea in festa per i suoi nuovi vescovi

di Joseph Yun Li-sun
I fedeli di tutto il Paese celebrano l’installazione dei nuovi presuli di Uijeongbu e Kwangju, “giardinieri dei semi sparsi dal Vangelo”. Festa anche a Seoul per l’inaugurazione della Fondazione benefica in memoria del card. Kim, “stimolo a rendere migliore la nostra società”.

Seoul (AsiaNews) – La Chiesa cattolica della Corea del Sud festeggia i suoi due nuovi vescovi, che secondo un fedele locale “dimostrano quanto la nostra fede abbia bisogno di giardinieri, che possano curare i semi del Vangelo”. Nelle ultime settimane, infatti, si sono installati i nuovi presuli di Uijeongbu e Kwangju, diocesi “vive e in cerca di sempre maggiori possibilità di sviluppo”. Nel frattempo, a Seoul, è stata inaugurata la Fondazione “Babu Nanum”, dedicata alla memoria del defunto cardinale Stephen Kim Sou-hwan.

L’ultimo in ordine di tempo a installarsi nella sua diocesi è stato mons. Pietro Lee Ki-heon, vescovo di Uijeongbu, che il 4 maggio scorso è stato ufficialmente installato dall’arcivescovo di Seoul, card. Nicholas Cheong Jin-suk, insieme al Nunzio apostolico in Corea mons. Osvaldo Padilla e al vescovo di Cheju, mons. Pietro Kang U-il. In nome dei fedeli della diocesi, il vescovo emerito Giuseppe Lee Han-taek ha dato “il più caloroso dei benvenuti” al suo successore.

Questi, durante la celebrazione della messa, ha atteso fino al momento in cui l'assemblea è stata invitata a scambiarsi il segno della pace. A questo punto ha detto ai fedeli riuniti che ha intenzione di “dedicare la vita alla missione che viene da Dio. Inizio il mio ministero episcopale come un nuovo vescovo, un nuovo sacerdote e un nuovo uomo”.

Alcuni giorni prima, il 30 aprile, gli stessi concelebranti si sono riuniti nella cattedrale Limdong di Kwangju per celebrare la prima messa episcopale del nuovo arcivescovo, mons. Igino Kim Hee-joong. Nella sua omelia, mons. Kim ha detto: “Farò del mio meglio per questa comunità. Vorrei riuscire a trovare le gioie e i dolori di tutti i fedeli, e soprattutto ho intenzione di lavorare con gli emarginati come i disabili e gli immigrati”.

Per il presule, nominato nel 2003 vescovo ausiliare e nel 2009 coadiutore della stessa arcidiocesi “grazie al lavoro pastorale che portiamo avanti nei villaggi di agricoltori e di pescatori che circondano questa città, la nostra comunità ha fatto e continuerà a fare la propria parte nella protezione e nello sviluppo della cultura tradizionale locale”.

Un cattolico sudcoreano dice ad AsiaNews: “Queste cerimonie sono molto importanti non soltanto per i fedeli delle specifiche diocesi, ma per tutti noi. Dimostrano la vitalità della nostra Chiesa e l’amore e la comunione con la Santa Sede. I vescovi sono per noi giardinieri, chiamati a curare e far crescere i semi della fede, seminati dal Vangelo”.

E in quest’ottica rientra anche la Fondazione “Babu Nanum”, voluta per ricordare la figura del defunto cardinale Stephen Kim Sou-hwan, che il 7 aprile scorso ha aperto ufficialmente i battenti a Seoul. La struttura è nata per raccogliere fondi per i poveri e i bisognosi di tutta la Corea, senza distinzione di fede o classe. Principalmente si basa sulle donazioni di volontari sparsi per il Paese, anche non cattolici, che vogliono onorare una delle personalità più attive nella lotta alla dittatura militare coreana.

Il card. Cheong, inaugurando la Fondazione, ha dichiarato: “Una volta di più, il cardinal Kim ci ricorda che donare non è una scelta ma quasi un bisogno, che si palesa nelle persone giuste. Spero vivamente che questa struttura possa rendere la nostra società più umana, esattamente come ha sempre voluto il grande cardinale”.

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