03/08/2024, 15.02
INDIA
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L'Uttar Pradesh inasprisce la legge anti-conversioni, cristiani preoccupati

di Nirmala Carvalho

Nel più popoloso Stato indiano - che è governato dai nazionalisti indù del Bjp - saranno previste pene fino all'ergastolo per questo reato, spesso utilizzato per colpire le minoranze. Il Consiglio nazionale delle Chiese: "Violata la Costituzione indiana". P. Mathew ad AsiaNews: "In Uttar Pradesh già ora sono almeno 28 i cristiani che languono nelle carceri a causa della loro fede".

Lucknow (AsiaNews) – L’Uttar Pradesh, il più popoloso Stato indiano - il cui governo locale è guidato dal monaco indù Yogi Adityanath (nella foto), uno degli esponenti più in vista del Bjp, il partito nazionalista del premier Narendra Modi - ha ulteriormente inasprito la sua legge anti-conversioni. Un provvedimento che preoccupa profondamente le comunità cristiane locali, per i numerosi episodi di intolleranza e intimidazioni da parte delle frange più estremiste del movimento dell’hindutva che accompagnano questo tipo di norme.

L'Uttar Pradesh Prohibition of Unlawful Conversion of Religion (Amendment) Bill, 2024, prevede pene più severe, tra cui l'ergastolo, per le conversioni fraudolente o forzate. È stato approvato dall'assemblea statale il 30 luglio. Contro la nuova legge ha preso posizione il Consiglio nazionale delle Chiese in India (NCCI), con una nota firmata dal suo segretario generale, il rev. Rev. Asir Ebenezer. “Aumenta la pena massima da 10 anni all'ergastolo, si permette a qualsiasi individuo di presentare una denuncia e si complica il processo di rilascio su cauzione - scrive -. Ci opponiamo a questa legge in quanto viola le disposizioni della Costituzione indiana. La conversione di per sé non è un reato, a meno che non sia indotta da un'influenza indebita, da una falsa dichiarazione o da una coercizione, che solo la vittima può rivendicare”.

Il Consiglio nazionale delle Chiese in India osserva anche come questa legge conceda “un'ampia autorità ai funzionari e a qualsiasi terza parte che potrebbe essere usata impropriamente per colpire individui o comunità specifiche sulla base di pregiudizi religiosi”. Questo crea “il rischio di un aumento delle molestie e della criminalizzazione di pratiche religiose pacifiche, tra cui il battesimo cristiano”. In generale si crea “un clima di sfiducia e divisione, minacciando di aggravare le tensioni comunitarie e di minare l’armonia religiosa”. Di qui l’invito al governo dell'Uttar Pradesh a “ripensare questa legge” perché “è indispensabile sostenere i valori di libertà, uguaglianza e rispetto per tutti gli individui, a prescindere dalle loro affiliazioni religiose”.

Da Varanasi anche p. Anand Mathew, sacerdote cattolico e attivista per i diritti umani, commenta ad AsiaNews: “Questo provvedimento è molto inquietante. Nella precedente legge solo la vittima o i suoi parenti potevano presentare una denuncia alla polizia. Ora chiunque, con una denuncia falsa, può far finire dietro le sbarre qualsiasi cristiano, anche a vita. Attualmente in Uttar Pradesh sono almeno 28 i cristiani, soprattutto pastori evangelici, che languono nelle carceri a causa della loro fede”.

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