L'India "invecchia", ma non si prende cura dei suoi anziani
Mumbai (AsiaNews) - Entro il 2021 l'India potrebbe avere 140 milioni di anziani, ma non la capacità (e la volontà) di prendersi cura di loro. A lanciare l'allarme è la Pontificia accademia per la vita (Pav), a conclusione dell'assemblea generale e di un seminario sul tema "Invecchiamento e disabilità" (20-21 febbraio), che si sono svolti all'Istituto patristico agostiniano di Roma. "Ci siamo concentrati - spiega ad AsiaNews Pascoal Carvalho, medico cattolico di Mumbai e membro della Pav - su questioni scientifiche, mediche ed etiche associate all'invecchiamento, un problema che riguarda da vicino l'India".
Carvalho nota che "al momento il nostro Paese è il secondo al mondo per anzianità della popolazione [dopo la Cina, ndr]. Dal 1901, quando si contavano 12,1 milioni di anziani, il numero è salito a 77 milioni nel 2001. Secondo uno studio, con questo ritmo la struttura demografica dell'India sta passando dall'essere una nazione giovane a una più vecchia, che potrebbe avere 316 milioni di anziani nel 2050".
Il cambiamento però non è solo una questione di numeri. La società indiana sta abbandonando in modo progressivo la tradizionale "famiglia allargata" - dove i figli ormai adulti si prendevano cura (anche abitando insieme) di tutti gli anziani di casa -, mentre proliferano le cosiddette "famiglie nucleari". Gli anziani si ritrovano spesso soli, senza nessuno che li possa accudire, e senza aiuti da parte dello Stato. A confermarlo anche il Global Age Watch Index (Gawi), che classifica 91 Paesi (dal migliore al peggiore) secondo le condizioni di vita degli anziani. L'India si trova al 73mo posto.
"Questo accade - spiega ad AsiaNews il dr. Carvalho - perché il governo da sempre ignora i diritti e i bisogni degli anziani. Le autorità dovrebbero estendere il diritto alla pensione di anzianità, in modo tale che queste persone possano vivere con dignità".
09/02/2021 12:12