09/10/2024, 17.01
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L'Asean a Vientiane per uscire dalla paralisi sul Myanmar

Al vertice in corso nella capitale laotiana la premier thailandese Shinawatra propone una "consultazione informale" per trovare una via d'uscita al conflitto. Ma le posizioni restano distanti. Anwar Ibrahim - primo ministro della Malaysia che assumerà la presidenza di turno nel 2025 - invoca coesione politica per dare "un chiaro messaggio al mondo travolto dalle guerre" e diventare "la quarta economia al mondo entro il 2030".

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) - I leader dei Paesi del Sud-Est asiatico si sono riuniti oggi a Vientiane per l’annuale vertice dell’Apec che proseguirà fino a venerdì, con al centro due temi chiave: la guerra civile in Myanmar e le tensioni territoriali nel Mar Cinese Meridionale.

L'Asean è un'unione politica ed economica di 10 Stati del Sud-Est asiatico - Indonesia, Thailandia, Singapore, Filippine, Vietnam, Malesia, Myanmar, Cambogia, Brunei e Laos - che insieme rappresentano una popolazione di oltre 600 milioni di persone. Timor Est gode attualmente di uno status di osservatore presso il gruppo, che gli consente di partecipare a tutte le riunioni dell'Asean in attesa della piena adesione.

L’appuntamento si intreccia con una serie di incontri separati con le potenze globali, con la presenza del segretario di Stato degli Stati Uniti Anthony Blinken, del premier cinese Li Qiang, del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, del premier indiano Narendra Modi.

La questione più spinosa resta quella della guerra in Myanmar, sulla quale fino ad ora l’Asean si è mostrata in capace di aiutare a compiere passi avanti nel suo piano in cinque punti per la pace approvato già nel 2021. Per la prima volta dal golpe i generali birmani hanno accettato di inviare un rappresentante non-politico, la condizione imposta dagli altri Paesi per ammettere Naypyidaw al vertice. È dunque presente a Vientiane la segretaria permanente del ministero degli Esteri, Aung Kyaw Moe.

La Thailandia - rappresentata dalla nuova premier Paetongtarn Shinawatra - ha chiesto un maggiore impegno su questa crisi, avanzando la candidatura del suo Paese a ospitare a dicembre una “consultazione informale” dei 10 Paesi membri per trovare una via d'uscita conflitto. “L'Asean - ha detto - dovrebbe inviare un messaggio unificato a tutte le parti in Myanmar: non esiste una soluzione militare. È ora di iniziare a parlarsi”. Resta però il nodo delle elezioni che la giunta vorrebbe tenere il prossimo anno e per le quali sta conducendo un censimento, nonostante non abbia il controllo su ampie zone del Paese. Un voto definito una farsa dai partiti di opposizione, che hanno ancora i propri leader in carcere.

Al vertice alcuni membri hanno poi espresso preoccupazione per le attività della Cina nel Mar Cinese Meridionale, esortando il Paese a rispettare la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982. “È un principio generale di adesione allo stato di diritto - ha dichiarato il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. -. Avremo modo di entrare in maggiori dettagli, forse nei prossimi due giorni”.

Aprendo i lavori del vertice Sonexay Siphandone - il primo ministro del Laos, Paese presidente di turno dell’organismo - aveva sottolineato le numerose sfide poste dal mondo di oggi: dai conflitti armati, alle difficoltà economico-finanziarie, ai cambiamenti climatici e alle catastrofi naturali, fino ai crimini transnazionali. Di fronte a questo scenario - ha sostenuto - il blocco dei Paesi del Sud-est asiatico deve perseverare nel diritto all'autonomia, rafforzare la cooperazione e capitalizzare ogni opportunità.

“L'Asean deve essere inflessibile e risoluta nell'inviare un chiaro messaggio al mondo per unirsi e contribuire alla de-escalation dei conflitti - gli ha fatto eco il premier malese Anwar Ibrahim, che assumerà la guida dell’organizzazione il prossimo anno -. Mentre le tensioni globali continuano a crescere e la polarizzazione sembra prevalere sull'integrazione, le crepe e le divisioni all'interno dell'Asean rischiano di essere sfruttate a scapito della centralità e della coesione tra i nostri Paesi”.

Anwar ha inoltre invocato il rafforzamento della cooperazione regionale, ristrutturando le proprie economie e garantendo i collegamenti regionali all'economia globale. “Se perseguiremo questa strada con determinazione e impegno, l'Asean potrà raggiungere la resilienza economica e diventare la quarta economia più grande del mondo entro il 2030”.

(ha collaborato Joseph Masilamany)

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