L'ultimo desiderio del cattolico indonesiano condannato a morte
Domani Fabianus Tibo verrà ingiustamente fucilato insieme agli amici da Silva e Riwu. Le ultime parole sono un appello al presidente e la condanna al sistema legale del Paese. Il dolore della comunità cattolica: "Usati come capri espiatori". Mons. Mandagi presiederà i funerali.
Palu (AsiaNews) Si iniziano a contare le ore che separano i tre cattolici indonesiani dalla loro esecuzione capitale a Palu, provincia di Sulawesi centrale. Appena passata la mezzanotte (ora locale), saranno messi davanti al plotone che li fucilerà. Le speranze in un atto di clemenza da parte del presidente Susilo Bambang Yudhoyono si affievoliscono, ma non si spengono del tutto. Proprio uno dei tre condannati a morte, Fabianus Tibo, si rivolge al capo di Stato nel cosiddetto "ultimo desiderio" concessogli dalla legge indonesiana. "Spero che il mio presidente sarà così buono da rivedere il mio caso" ha detto ieri sera l'uomo dalla prigione Petobo a Palu. Da mesi ormai gli avvocati della difesa e gruppi per i diritti umani chiedono la riapertura di un processo ritenuto ingiusto e condizionato da pressioni di gruppi estremisti. Nuovi testimoni e prove che scagionavano i tre non sono mai stati presi in seria considerazione dai giudici.
Fabianus Tibo, Dominggus "Domi" da Silva e Marinus Riwu, sono stati condannati a morte, perché ritenuti responsabili del massacro di centinaia di musulmani avvenuto a Poso nel 2001 durante il conflitto interreligioso che ha insanguinato la zona tra il 1998 e il 2001. Finora nessun musulmano è stato processato in relazione a quegli scontri, che causarono numerose vittime anche tra i cristiani.
Nelle sue ultime parole Tibo ha voluto denunciare il sistema legale indonesiano, "che condanna a morte tre innocenti contadini, che hanno solo offerto aiuto alle vittime cattoliche delle violenze a Poso". "Perché continua l'uomo quei criminali che hanno stuprato, ucciso e rubato durante quegli eventi si salveranno?".
Visibilmente scosso per la sua sorte, Tibo continua comunque a socializzare con gli altri detenuti. Ieri gli ha fatto visita la famiglia: sua moglie Nurlin Kasiala, il figlio maggiore Robertus e la figlia. Con loro anche il sacerdote che ha assistito i tre in questi tempi difficili, p. Jimmy Tumbelaka, di Tentenna. Con forza i familiari hanno ribadito il loro no ad una condanna "ingiusta". Al dolore e alla frustrazione dei parenti si unisce tutta la comunità cattolica del Paese, che si dice "profondamente rattristata da quella che è una delle grandi tragedie della storia dell'Indonesia, dove i cattolici sembrano diventati capri espiatori".
Tutto è già stato disposto anche per i funerali dei giustiziati. Tibo stesso riferisce che il suo corpo sarà sepolto a Poso; il funerale verrà celebrato dal vescovo di Manado, mons. Peter Canisius Mandagi nella cattedrale di Palu, dove sarà allestita la camera ardente anche per Riwu e da Silva. Questi ultimi, invece, verranno poi sepolti a Maumere e Kupang, provincia di East Nusa Tenggara.