L'opposizione cristiano-sunnita rifiuta il nuovo governo pro-siriano
Beirut (AsiaNews) L'opposizione libanese cristiana ha bollato il nuovo incarico a Omar Karame come "un nuovo secondo assassinio di Rafic Hariri" e rifiuta di partecipare al nuovo governo pro-siriano. Ieri, il presidente libanese Emile Lahoud aveva nominato ancora una volta il premier Omar Karame per formare un nuovo governo. Karame era stato sfiduciato 10 giorni fa dal parlamento e costretto alle dimissioni da ingenti manifestazioni di proteste organizzate da cristiani, musulmani sunniti e druzi, che chiedevano la fine della presenza siriana in Libano.
L'incontro dell'opposizione cristiana è avvenuto a Kornet Chehawan alla presenza del vescovo maronita di Antelias e sotto gli auspici del patriarca maronita Nasrallah Sfeir. In un comunicato diffuso alla fine dell'incontro, si chiede a tutti i libanesi di continuare la lotta per l'indipendenza del Libano dalla Siria e si riafferma la solidarietà con gli altri componenti dell'opposizione, sunniti e drusi. Ghenwa Jalloud, una parlamentare legata ad Hariri, ha dichiarato che i sunniti non parteciperanno a nessun governo "finché le nostre richieste non saranno soddisfatte". Oltre al ritiro delle truppe e dei servizi segreti siriani, l'opposizione chiede le dimissioni del capo della sicurezza (libanese filo-siriano) e l'apertura di un'inchiesta internazionale sulla morte di Rafic Hariri, ucciso in un attentato terrorista lo scorso 14 febbraio.
Per rafforzare la solidarietà fra i vari componenti della società libanese il patriarca Sfeir ha inviato il suo vicario generale presso i capi religiosi musulmani, per spiegare loro il significato del suo imminente viaggio negli Stati Uniti e il suo incontro con il presidente George Bush, che avverrà il 16 di questo mese.
Intanto la comunità internazionale continua a premere sulla Siria perché ritiri le sue truppe dal paese. La Siria per ora ha accettato in modo vago un ritiro a tappe, con una ridistribuzione delle truppe all'est del Libano, nella valle della Bekaa. Alcuni testimoni confermano che almeno 115 carri di truppe siriane dal nord Libano e da Beirut hanno attraversato la frontiera e sono ritornati in Siria.
Nei giorni scorsi vi sono state anche manifestazioni pro-Siria organizzate dal gruppo Hezbollah, l'unico gruppo armato ancora presente in Libano. Ieri il parlamento europeo ha definito "terrorista" il gruppo degli Hezbollah e ha chiesto ai ministri della Unione Europea di prendere provvedimenti. La UE è pressata dagli Stati Uniti perché definisca gli Hezbollah un gruppo terrorista fuorilegge. Questo potrebbe portare al blocco delle loro riserve economiche in Europa e ad aprire provvedimenti giudiziari contro i membri dell'organizzazione.