15/01/2025, 09.10
KAZAKISTAN
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L'islam kazako e il ritorno delle superstizioni sui Jinn

di Vladimir Rozanskij

Il video di un "esorcismo" praticato su una bambina divenuto virale sui social network sta suscitando forti discussioni in Kazakistan. La denuncia dell'intellettuale Gaziz Abišev: "La parte ultra-conservatrice della società, dietro gli slogan di ideologie appassionate, cerca in vari modi di riportare la nazione nel buio del passato”.

Astana (AsiaNews) - Ha suscitato scalpore e grandi discussioni in Kazakistan il rito esorcistico di “cacciata del Jinn” da una bambina di 9 anni, condotto da un guaritore auto-nominato divenuto molto popolare, Kejkuat Ospanov, che ha diffuso il video sulla rete. In esso il presunto esorcista lotta con il “19enne Ljazzat”, uno spirito maligno (appunto un Jinn, secondo la tradizione islamica) che aveva preso possesso del corpo della ragazzina, sdraiata con le mani legate sul pavimento, che urla e piange mentre due adulti la trattengono. Ospanov rivolge allo spirito delle domande in lingua kazaca, a cui il Jinn risponde tramite la bambina.

Nel dialogo si scopre che Ljazzat ha “19 anni, ma sono millenaria”, e che ha preso possesso della fanciulla “senza incantesimi” insieme ad altri otto spiriti. La ragazza era stata portata dal guaritore in quanto “si comportava da adulta in modo strano”, secondo il racconto dei genitori, “non voleva giocare con niente e non dava spiegazioni, affermava di avere 19 anni e faceva le pulizie di casa senza che nessuno glielo chiedesse”, e per questa improvvisa “maturità” i suoi si sono spaventati.

Il politologo kazaco Gaziz Abišev ha commentato questa scena sul suo canale Telegram, definendola “un sintomo della degradazione della società”, chiedendosi come i genitori possano credere agli Šajtan (Satana per l’islam) e agli spiriti che s’impossessano della loro figlia, alla quale “simili rituali possono soltanto procurare enormi danni”. Abišev propone di mettere questo “specialista di lotta con la magia nera” di fronte a qualche “ceffo di galera”, per vedere come se la cava. A suo parere, fenomeni di questo tipo sono conseguenze del crollo del livello di istruzione tra la popolazione del Kazakistan. Egli ricorda che “i kazachi per alcuni decenni hanno cercato di elevarsi anche al di sopra degli altri popoli, producendo ingegneri, medici, programmisti e altre figure professionali di altissimo livello, mentre ora la parte ultra-conservatrice della società, dietro gli slogan di ideologie appassionate, cerca in vari modi di riportare la nazione nel buio del passato”.

Il guaritore Kejkuat offre nella sua pagina Facebook il grafico delle sue sedute, girando diverse città del Kazakistan, e in uno degli ultimi messaggi afferma di essersi recato a curare le persone in Moldavia. Come è stato reso noto dall’imam Altynbek Utyskhanov, prima di dedicarsi alle attività esorcistiche, Ospanov era uno dei custodi della moschea centrale della città di Atyrau, senza aver mai ricevuto incarichi di tipo religioso dall’Amministrazione spirituale dei musulmani. Secondo l’imam, “questi rituali e ideali mistici, al di là dei personaggi che li interpretano, parlano della crescita di sensazioni nostalgiche per usi che vengono giustificati senza fondamento attraverso la religione”.

Secondo Abišev, “la religione è una parte importante della vita, e offre tante dimensioni positive, ma bisogna saper distinguere la fede autentica dagli eccessi di oscurantismo”. Egli richiama la responsabilità dei genitori e dei membri adulti di tutte le famiglie, che devono conservare il buon senso. La garante per i diritti dei bambini, Dinara Zakieva, ha commentato a sua volta il rituale su Instagram, assicurando che “stiamo lavorando con il ministero degli interni e i responsabili regionali, per indagare sulla personalità di questo esorcista e i dati della bambina sottoposta ad esorcismo, e daremo spiegazioni dell’accaduto”.

Diversi siti riportano commenti sulla vicenda, ricordando l’importanza di proteggere i bambini come la parte più importante dell’intera società. Su Orda.kz viene segnalato un caso di un padre con sei figli adottivi a Šimkent, che usa violenza sui ragazzi con motivazioni pseudo-religiose, picchiandoli regolarmente senza permettere loro di lavarsi, e nutrendoli con il mangime dei cani e dei gatti di casa per “preservarli dagli spiriti maligni”.

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