06/06/2024, 08.43
TURKMENISTAN
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L'infanzia felice obbligatoria di Ašgabat

di Vladimir Rozanskij

Il presidente Berdymukhamedov invoca programmi di “adeguato riposo” nel periodo delle vacanze estive, con i media di Stato che esaltano il rispetto delle convenzioni internazionali. Ma la realtà racconta di centinaia di migliaia di bambini che non riescono a nutrirsi adeguatamente, mentre nelle città chi ha più di 5 anni si può già dedicare al lavaggio delle automobili e all’aiuto nelle bancarelle dei mercati o nei cantieri edilizi.

Ašgabat (AsiaNews) - Il 1° giugno anche in Turkmenistan si è celebrata la Giornata internazionale per la difesa dell’infanzia, nei giorni della “campanella finale” delle scuole, e il governo di Ašgabat ha annunciato una serie di “programmi speciali” per assicurare ai bambini una “infanzia felice”, con degne condizioni per l’istruzione e lo svago delle vacanze. Secondo le inchieste di Radio Azatlyk, però, non sono molti i turkmeni che condividono questa visione ideale dell’infanzia.

Alcuni abitanti del velayat di Balkan raccontano che “i successi di questi programmi rimangono solo sulla carta dei reportage dei media di Stato”, mentre essere bambino in Turkmenistan “non è affatto facile e divertente”. Sono centinaia di migliaia i bambini che non riescono a nutrirsi adeguatamente, e in molte famiglie non si riesce a mangiare la carne neanche una volta al mese. Molti bambini passano le giornate per la strada, cercando di strappare qualche frutto dalle piante che trovano in giro.

Nella città di Turkmenbaši ci sono talmente tanti bambini che chiedono l’elemosina per le strade, rovistano nell’immondizia e spingono i carrelli al mercato che viene da chiedersi se ne esistano almeno alcuni che non siano costretti a queste attività disperate. Un pacco di alimenti per l’infanzia, che dovrebbe bastare per due settimane per nutrire i più piccoli, costa 550 manat, quando il sussidio statale per la cura di un bambino arriva al massimo a 300 manat.

Queste difficoltà, raccontano gli abitanti di Balkan, portano spesso alla disgregazione delle famiglie, ai frequenti divorzi in cerca di compagni almeno un po’ più dotati a livello materiale, e spesso i genitori abbandonano i figli ai nonni e ai parenti per cercare lavoro all’estero, così “i bambini diventano orfani con i genitori ancora vivi”. Il continuo degrado delle condizioni economiche obbliga spesso i bambini a passare le vacanze facendo qualche lavoretto di vario genere, come i lavori sui campi di cotone o la pastura delle greggi nelle zone agricole.

Nelle città chi ha più di 5 anni si può già dedicare al lavaggio delle automobili e all’aiuto nelle bancarelle dei mercati, nei cantieri edilizi o nel trasporto di merci per i negozi. Se riescono a trovare qualche attività con un minimo di compenso, “allora sì che i bambini si sentono felici”, racconta un altro degli intervistati, perché si sentono superiori a quelli che girano per le strade senza ottenere nulla, o raccolgono soltanto i sacchetti di plastica per avere qualche centesimo di ricompensa.

Il presidente del Turkmenistan, Serdar Berdymukhamedov, all’ultima seduta del Consiglio dei ministri ha incaricato il vice-premier di organizzare programmi di “adeguato riposo” nel periodo delle vacanze estive dei ragazzi, affinchè possano godere di attività dedicate nei centri di ferie ad essi dedicati a Geokder, nella zona turistica di Avaz e in tutti i velayat del Paese. Mandare un bambino per 20 giorni in uno di questi centri costa 4.500-5.000 manat; soltanto l’iscrizione sono 2 mila manat, il resto va nell’abbigliamento e nelle necessarie attrezzature, mentre un insegnante al massimo prende 2mila manat al mese, quindi nei luoghi per il riposo estivo possono andare soltanto pochi figli di famiglie altolocate.

I media di Stato ripetono invece che nel Paese “ci sono tutte le condizioni adeguate per una vita felice nell’infanzia, e soprattutto per un buon riposo nelle vacanze”, aderendo con entusiasmo alle dichiarazioni e ai testi ufficiali delle convenzioni internazionali, dell’Onu e dell’Aja sui diritti dei bambini e la protezione da ogni violenza e sopraffazione.

 

Foto: Analytical Center for Central Asia

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