L'incontro con Cristo per ogni uomo, l'eredità di don Giussani in Asia
Roma (AsiaNews) Parole commosse di gratitudine per una persona che ha trasmesso la presenza viva di Cristo nella storia e educato all'incontro incondizionato con tutti gli uomini. Questo il ricordo di don Giussani condiviso ad AsiaNews da alcuni membri di Comunione e Liberazione che operano in zone particolari dell'Asia, quali la Terra Santa e l'ex Unione sovietica.
TERRA SANTA
"Abbiamo appreso della notizia della morte di don Giussani al Santo Sepolcro, alla messa delle 7 di questa mattina". Da Gerusalemme parla con tono commosso Sobhy Makoul, membro di Comunione e Liberazione in Terra Santa. "Eravamo lì riuniti con alcuni amici della Compagnia delle Opere in missione in Terra Santa. Ci è venuto spontaneo pensare che non è stato un caso che la notizia della sua morte ci sia arrivata mentre eravamo alla tomba di Cristo. La morte non è la fine, nemmeno quella di don Giussani. È l'inizio di una vita eterna e speriamo che per noi segni un nuovo inizio".
Makoul è un cristiano maronita, ha conosciuto il movimento di CL 20 anni fa: "Mi ha cambiato la vita, mi ha donato uno sguardo positivo sulla realtà". Makoul racconta come l'amicizia con don Giussani e l'appartenenza al movimento di CL siano diventate per lui motivo di maggior dedizione nel suo impegno in Terra Santa: "Don Giussani mi ha educato ad avere uno sguardo aperto a tutti, cercando di andare avanti nonostante le difficoltà che in una terra come questa non mancano".
"Don Giussani" prosegue Makhoul "mi ha insegnato a non escludere nessuno e a creare amicizia fra tutti gli uomini, ebrei, musulmani e cristiani. Grazie al suo esempio ho trovato la forza di cercare il dialogo anche con coloro che mi volevano fare del male". "Di fronte ai problemi lui amava ripetere: Alla fine sempre il Cristo vincerà" conclude Makoul. "Questa parola ci guida ancora oggi, qui in Terra Santa".
KAZAKHSTAN
La testimonianza di don Giussani e l'opera da lui iniziata sono arrivate anche nelle steppe del Kazakhstan. Da Astana don Edo Canetta, membro di CL, ricorda "l'amicizia e la disponibilità ad incontrare il prossimo senza preclusioni" come i tratti più incisivi dell'insegnamento di don Giussani.
"Il valore più grande che lui ci lascia è la disponibilità all'incontro indistinto con tutti. Il dolore per la sua perdita è troppo grande - continua con voce rotta dall'emozione don Canetta, sacerdote fidei donum, da 11 anni in Kazakhstan. Lui è l'origine della nostra presenza qui. I vescovi locali ci chiesero di venire e lui invitò a metterci a disposizione".
Don Canetta racconta di aver ricevuto telefonate e messaggi di condoglianze anche da musulmani per la morte del fondatore di CL: "Tutti ci hanno detto che pregheranno per lui. Don Giussani era molto conosciuto nel mondo musulmano, che lo aveva incontrato attraverso i suoi libri".
La presenza di don Giussani ha accompagnato ogni giorno la comunità di CL in queste terre: "Noi, come religiosi, ma anche i laici, lo abbiamo sempre sentito vicino, nonostante la lontananza fisica" sottolinea don Canetta. "E questo grazie alla sua continua amicizia. Diversi giovani del posto lo hanno conosciuto in Italia e lo ricordano in modo molto vivo".
"Nella quotidianità - continua il sacerdote - lo abbiamo sempre avuto nel cuore e penso che la cosa fosse reciproca". In occasione dei 50 anni del movimento don Giussani ha sottolineato la grandezza della presenza di CL proprio in Kazakhstan e Siberia, ai confini del mondo sovietico e islamico.
Oggi tutte le comunità di CL in Kazakhstan celebreranno una messa in ricordo del fondatore defunto. (LF-MA)
22/01/2018 12:41
05/02/2016 13:51