31/10/2005, 00.00
SIRIA-ONU
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L'"agonia" di Damasco che attende il verdetto Onu

di Jihad Issa

Il ministro degli Esteri siriano  a New York per premere sui Paesi "amici", ma non si prevedono "veti".

Damasco (AsiaNews) - La Siria sta vivendo in questi momenti una dura "agonia", nell'attesa, tra poche ore, della riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, con la partecipazione di 11 ministri degli Esteri. Ci si aspetta una risoluzione molto dura contro la Siria, malgrado le mosse siriane, a cominciare dal decreto presidenziale che ha formato una commissione nazionale d'inchiesta sull'assassinio del presidente Hariri, con un ampio potere.

A New York è andato il ministro degli esteri siriano Farouk El Chareh, per sostenere la posizione del suo governo con alcuni membri del Consiglio di Sicurezza, ma finora non si sa se Russia o Cina useranno il loro diritto di veto contro il progetto di risoluzione di Usa, Francia e Gran Bretagna. Sembra anzi che ci sarà solo l'astensione di tre Paesi, i due sopraindicati con l'Algeria unico Stato arabo membro del Consiglio di sicurezza.

In Siria l'attesa è grande: quasi tutte le strade principali sono vuote, da una parte per il Ramadan e dall'altra perché c'e una vera paura del futuro, soprattutto dopo le ultime minacce contro la Siria. Si teme il probabile "futuro nero" del regime dopo l'insistenza degli americani e dei loro alleati sulla scarsa collaborazione con la commissione d'inchiesta internazionale di Mehlis.

Nelle chiese anche oggi si prega per la pace e la concordia: iniziative molto apprezzate anche dagli imam musulmani, che si stanno preparando per celebrare la festa della fine del mese di digiuno del Ramadan.

Da parte governativa, il vice-ministro degli Esteri, Walid El Mouallem, che ha incontrato molti responsabili dei Paesi del Golfo, ha ribadito la piena disponibilità della Siria a collaborare con la Commissione del'Onu ed ha ricordato i compiti della commissione d'inchiesta nazionale sull'assassinio di Hariri, voluta dal presidente El Assad, che ha ampia facoltà di interrogare qualsiasi esponente civile o militare.

Il vice ministro,ha ringraziato il presidente Mubarak per la sua mediazione, invitando tutti ad assumere una posizione "giusta e onesta" nei riguardi del suo Paese. La stessa gratitudine è stata espressa per il re di Giordania, che sta giocando in queste ultime ore un ruolo molto importante presso il governo Britannico, Paese membro del Consiglio di sicurezza  con diritto di veto. Anche l'iniziativa del presidente del Pakistan Musharraf sull'urgenza di trovare una soluzione degna e giusta del problema posto dal progettodi risoluzione americano-francese-britannico dopo la pubblicazione del Rapporto di Mehlis è stata molto apprezzata qui in Siria, malgrado le sue critiche contro il regime iraniano.

 

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