L'Onu chiede il cessate il fuoco in Libano e propone una forza internazionale di pace
Beirut (AsiaNews) Una forza internazionale di pace per dividere Libano e Israele: è la proposta lanciata dal segretario dell'Onu Kofi Annan e dal premier inglese Tony Blair per mettere fine al conflitto, mentre il comunicato finale del G8 denuncia "gli atti estremistici compiuti da forze estremiste per destabilizzare la Regione" e afferma che, per risolvere la difficile situazione, la priorità deve essere data ai "metodi politici e diplomatici" con un "ruolo centrale" per l'Onu. L'Iran, invece, in un messaggio del presidente Ahmadinejad ad Assad ha dichiarato il suo totale appoggio alla Siria, in caso di attacco.
Sono le novità politiche di una situazione che per il resto continua a parlare con il linguaggio della guerra: bombardamenti israeliani e lanci di missili da parte di Hezbollah, mentre i Paesi occidentali si organizzano per facilitare la fuga dei loro connazionali da Beirut.
Di ambito militare è anche l'affermazione, che il Jerusalem Post attribuisce ad un alto ufficiale dell'esercito, che l'offensiva israeliana ha tolto ad Hezbollah solo il 25% delle sue capacità operative, senza però riuscire finora a colpirne i capi e che l'esercito ha bisogno di altro tempo, "metà della prossima settimana", per neutralizzare quel movimento. A tale scopo, oggi anche le forze terrestri di Israele sono entrate nel Libano del sud.
"Israele - scrivono le suore Clarisse di Beirut, in una testimonianza riportata dalla Custodia di Terra Santa - ha iniziato distruggendo le strade, i ponti, le piste dell'aeroporto internazionale di Beirut, e gli aeroporti militari di Rayah e di Kleyat. Vedette israeliane pattugliano il mare, alla caccia di navi mercantili. In breve: tutte le vie di comunicazione sono impraticabili, via terra, aria e mare. Ci resta ancora il telefono, Internet e i cellulari. Per questo vi mando queste poche notizie, nel caso anche questi mezzi vengano soppressi".
Toni del tutto differenti dall'Iran, dove ieri la Guida Suprema Khamenei in un discorso trasmesso dalla TV ha detto: "Il Libano, lo volevano essere trasformato in un centro di cultura occidentale. Invece, è stato trasformato in un centro di "Jihad" (guerra santa) e di resistenza, cioè precisamente il contrario di quello che i poteri imperialisti occidentali volevano". "Gli Stati del mondo islamico ha aggiunto - sono fieri della coraggiosa resistenza di Hezbollah contro gli aggressori sionisti". E oggi, l'ex Presidente Khatami, promotore dell'idea del dialogo tra le civiltà, ha inviato un messaggio ad Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah nel Libano: "Hezbollah scrive - è come il sole radiante che riscalda tutti i musulmani oppressi, particolarmente quelli che vivono in Palestina e in Libano". "Quello che succede oggi nel Libano aggiunge il cosiddetto ayatollah riformista - dimostra la vittoria finale della giustizia sulla falsità, della salute sull'occupazione e della dignità umana sull'umiliazione".
Si sa che, da anni, i Pasdaran (Guardie della Rivoluzione) iraniani sono presenti in Libano, specialmente tra le comunità sciite. Però, appena due giorni fa, sabato 15 luglio, l'Iran ha negato di far parte delle potenze estere presenti sul territorio del Paese dei cedri. La posizione ufficiale del Governo iraniano è di affermare che l'appoggio di Teheran ai gruppi Hezbollah e Hamas è "di natura spirituale e non militare". (DM)