L'Occidente protesta per la "scomparsa" del noto artista Ai Weiwei. Ma gli arrestati sono 200 e più
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Europa e Stati Uniti chiedono alla Cina l’immediato rilascio dell’artista cinese Ai Weiwei, noto critico del Partito comunista, scomparso dal 3 aprile quando fu portato via dalla polizia mentre si stava per imbarcare su un volo per Hong Kong. Intanto le autorità proseguono gli arresti di dissidenti, ormai detenuti a centinaia anche se meno famosi e spesso ignorati dall’Occidente.
Oggi Markus Ederer, ambasciatore dell’Unione europea in Cina, ha espresso preoccupazione per l’arresto di Ai e ha invitato le autorità cinesi “a non attuare in nessun caso detenzioni arbitrarie”.
William Hague, Segretario britannico agli Esteri, ne ha pure richiesto “l’immediato rilascio” e ha richiamato Pechino al rispetto delle leggi e dei diritti umani quali “prerequisiti essenziali” per la stabilità e la prosperità sociale.
Per l’arresto di Ai ha pure espresso “grande preoccupazione” Guido Westerwelle, ministro tedesco agli Esteri.
Ai è un famoso artista e architetto, che ha pure progettato lo stadio olimpico di Pechino “Nido d’uccello”, ma negli ultimi anni è diventato critico aperto del Pcc e del governo. Egli ha raccolto prove sulle cause del collasso delle scuole nel terremoto del Sichuan e sul numero degli scolari morti, questioni “sgradite” alle autorità. Nel gennaio 2011 il suo studio a Shanghai è stato demolito e a dicembre 2010 gli è stato impedito di lasciare la Cina poco prima della cerimonia a Oslo per la consegna del premio Nobel della Pace assegnato al dissidente Liu Xiaobo.
Oggi sua moglie Lu Qing e l’avvocato Pu Zhiqiang hanno ribadito di ignorare persino dove sia e per quale ragione. Pu ha aggiunto che la polizia ha perquisito lo studio di Ai e portato via il computer, con un ordine di perquisizione ma senza indicazione “di quale crimine Ai sia accusato”. La polizia ha interrogato collaboratori e amici dell’artista. Anche Lu è stata dapprima fermata dalla polizia il 3 aprile e rilasciata la sera successiva.
Secondo esperti, la legge cinese obbliga le autorità di informare i parenti entro 24 ore da quando una persona è portata via per interrogatorio e di comunicare entro 48 ore se è arrestata, ma la norma è spesso disapplicata.
Mark Toner, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, ha pure chiesto “l’immediata liberazione” di Ai e ha lamentato che nel Paese è in atto “una serie di sparizioni forzate, detenzioni extralegali, arresti e detenzioni di attivisti per i diritti perché hanno esercitato i loro diritti umani riconosciuti internazionalmente”.
L’arresto di Ai fa infatti parte della peggior repressione attuata almeno dal 1998, con centinaia di arresti, detenzioni e sparizioni di attivisti per i diritti umani, anche se gran parte do loro non sono noti come l’artista (v. 02/04/2011 Oltre 200 arresti per soffocare la "rivoluzione dei gelsomini" in Cina) .
Il gruppo per la tutela dei diritti Chinese Human Rights Defenders denuncia che il 24 marzo sono stati arrestati per “disturbo sociale” gli artisti Huang Xiang, Zhui Hun e Cheng Li, che in una mostra a Pechino il 20 marzo avevano esposte opere richiamanti la Rivoluzione dei gelsomini e l’attuale ondata di arresti. E’ stato pure arrestato Guo Gai che aveva preso fotografie alla mostra.
Il 3 aprile è invece tornato a casa Liu Anjun, che ha raccontato di essere stato rapito il 18 febbraio dalla polizia, che lo ha malmenato e lasciato per giorni in una zona rurale sorvegliato dai residenti.
Sempre il 3 aprile l’autore di petizioni Jiang Jiawen, di Dandong (Liaoning), è stato condannato a un anno di lavori forzati presso un campo di rieducazione-tramite-lavoro (Rtl). E’ la sua quarta condanna. Anche l’attivista Hua Chunhui è stato mandato a un campo di Rtl.