L'Indonesia eroga un mega prestito di un miliardo di dollari per salvare l'UE
Jakarta (AsiaNews) - L'Indonesia dovrà versare al Fondo monetario internazionale (Fmi) un prestito di un miliardo di dollari. Secondo gli esperti la somma è una sorta di interesse per gli aiuti economici erogati dall'Fmi durante la crisi finanziaria del 1998. La notizia, confermata da Hatta Radjasa, ministro per gli Affari economici, ha scatenato dure critiche da parte dell'opposizione, che accusa il governo di aver accettato il dictat dell'Fmi senza aver prima consultato il parlamento. Il prestito è stato firmato in un incontro fra Christine Lagarde, segretario generale dell'Fmi, e il presidente Yudhoyono, tenutosi ieri a Jakarta. Al termine della riunione il capo dell'Fmi ha sottolineato ai media indonesiani che "nessun Paese al mondo è immune dalla crisi dell'euro". La richiesta del prestito fa parte degli accordi firmati in occasione del summit dei G-20 in Messico, che obbligano l'Indonesia a sostenere l'Fmi.
I Gusti Agung Rai Wirajaya, membro dell'Indonesian Democratic Party Struggle (Pdip), definisce la mossa "sconsiderata" e sottolinea che il Paese ha già diversi debiti con l'Asian Devolpment Bank, la Banca Mondiale e il governo australiano. Gli interessi verranno pagati con un aumento delle tasse che impoverirà tutti i cittadini indonesiani. Altre critiche giungono da Megawati Soekarnoputri, ex presidente indonesiano, secondo cui la mossa è dannosa, inutile e "aumenterà le sofferenze della popolazione". Nei mesi scorsi il governo ha rivelato un deficit nelle casse statali di 36 miliardi dollari.
Agus Martowardoyo, ministro delle Finanze, difende la decisione del governo e spiega che il prestito non colpirà le casse dello Stato, ma sarà erogato attraverso dei buoni del tesoro della Banca centrale indonesiana. Secondo il ministro, il denaro versato all'Fmi è un atto di buona volontà nei confronti di un'istituzione che nel 1998 ha salvato il Paese dalla crisi finanziaria, che aveva costretto il presidente Suharto a dimettersi. Esso è anche un gesto di amicizia verso i Paesi dell'Europa, la cui crisi affligge anche l'economia indonesiana.