27/01/2006, 00.00
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L'India tra pressioni Usa e petrolio iraniano

Convocato l'ambasciatore Usa, che smentisce di aver voluto "ammonire" New Delhi ad appoggiare la mozione di Washington contro Teheran. L'Iran considerato essenziale da molti Paesi asiatici come fonte energetica.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Il governo indiano ha convocato l'ambasciatore Usa David Mulford, dopo le sue affermazioni di ieri, che il mancato sostegno indiano alle Nazioni unite per una mozione contro il nucleare dell'Iran, avrebbe compromesso gli accordi per la cessione di tecnologia nucleare da Washington a New Dehli. Sono dichiarazioni "improprie e inconcludenti" – ha osservato Shyam Saran, ministro indiano degli Esteri – per costruire una solida collaborazione tra due democrazie", aggiungendo che l'India avrebbe deciso la questione "secondo il proprio giudizio".

Mulford avrebbe presentato le scuse e spiegato che le sue parole sono state riportate "fuori dal contesto", mentre il Dipartimento di Stato Usa ha spiegato che l'ambasciatore ha espresso solo la "sua personale opinione". Il Partito comunista indiano, importante alleato di governo, ha chiesto al governo di chiarire la sua posizione sulla vicenda.

Nel luglio 2005, durante il viaggio del premier indiano Manmohan, gli Stati Uniti avevano concordato di cedere all'India avanzata tecnologia nucleare per fini civili. L'accordo deve essere approvato dal Congresso Usa, che però ha dubbi sull'esatto utilizzo che l'India potrà farne. L'accordo va perfezionato, ma negli ultimi tempi le posizioni delle delegazioni dei due Stati sono apparse distanti e si dubita che Washington voglia perfezionarlo prima della visita in India del presidente Bush, fissata per l'inizio di marzo. "Un ostacolo – dice George Perkovich, vice presidente del Carnegie Endowment for International Peace – è il nascente programma indiano per creare un generatore nucleare, che può produrre plutonio per armi nucleari".

Gli analisti osservano che l'India ha bisogno del gas di Teheran, per il quale è in competizione con il Pakistan e che non ha interesse a coinvolgersi nella disputa tra l'Iran, Stati Uniti e Unione europea sul nucleare. L'India desidera diventare il punto d'incontro dei gasdotti asiatici, realizzando un gasdotto tra India, Pakistan e Iran che possa estendersi agli Stati caucasici e un oleodotto da Assam in India allo Shanxi in Cina attraverso il Myanmar.

"Gli Stati Uniti – osserva Liu Xuecheng, direttore del Centro di Pechino per gli Studi americani – vogliono coordinarsi con gli altri Stati contro l'Iran e isolarlo. India e Cina hanno buoni rapporti con gli Usa, ma hanno anche una propria strategia verso l'Iran…. Il gasdotto dall'Iran all'Asia centrale è essenziale per le scorte di energia indiane". La politica d'intervento Usa in Asia – aggiunge Liu – deriva anche dalla loro progressiva estromissione dagli accordi dell'area, come avviene con la Shanghai Cooperation Organisation, formata da Russia, Cina e Stati centrali, cui India, Iran e Pakistan partecipano come osservatori.

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