09/03/2006, 00.00
Hong Kong - Cina – Vaticano
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L'Associazione Patriottica per criticare Zen smentisce se stessa e il governo

Il neocardinale: "Liu si eleva a giudice di Benedetto XVI" e "si presenta come rappresentante della Chiesa ufficiale, ma se ai vescovi, ai sacerdoti ed ai fedeli fosse garantita la libertà di espressione, si potrebbero ascoltare delle opinioni molto diverse dalle sue".

Roma (AsiaNews) – "Un atto ostile nei confronti della Cina". Così Liu Bainian, vice presidente dell'Associazione patriottica dei cattolici cinesi (Ap),  definisce la nomina cardinalizia di mons. Zen, vescovo di Hong Kong. "Con questa dichiarazione – risponde il presule di Hong Kong in una dichiarazione ricevuta in anteprima da AsiaNews – Liu si eleva a giudice di Benedetto XVI".

Le dichiarazioni del vicepresidente dell'Associazione patriottica, inoltre, smentiscono quanto egli stesso aveva detto il 23 febbraio, giorno successivo all'annuncio del concistoro da parte di Benedetto XVI, quando aveva dichiarato al South China Morning Post: "Se il neo-cardinale volesse visitare la Cina continentale ed aiutare a ricostruire i rapporti sino-vaticani, sarebbe il benvenuto".

Il neocardinale, dal canto suo, nota che quanto sostiene Liu "è sorprendente, visto ciò che hanno detto il portavoce del ministero cinese degli Esteri ed il ministro stesso". Mons. Zen si riferisce alla dichiarazione fatta due giorni da Li Zhaoxing , ministro degli Esteri cinesi, che sulla sua nomina aveva detto: "Hong Kong è una provincia cinese ed i suoi abitanti sono nostri compatrioti. La Cina è felice di vedere i successi raggiunti da questi compatrioti".

La dichiarazione di Li finiva con il solito ritornello di tutti i pronunciamenti governativi sull'argomento dei rapporti con il Vaticano: la rottura di ogni rapporto diplomatico con Taiwan "provincia ribelle" e la non interferenza vaticana negli affari interni del Paese. "A questo punto – commenta mons. Zen – tutti sanno che la Santa Sede è pronta a muoversi da Taiwan per Pechino. Le relazioni diplomatiche sono sicuramente una questione politica, ma la Santa Sede non ha interesse in materia e tanto meno nutre delle ambizioni politiche. L'unica speranza del Santo Padre è quella di vedere una piena libertà religiosa per i fedeli cinesi".

L'intervista del vice-presidente dell'Associazione patriottica , sottolinea ancora il neo-cardinale, "mostra anche quanto egli sia preoccupato davanti all'ipotesi di una normalizzazione dei rapporti fra Cina e Santa Sede". "Liu – continua il presule – si presenta come rappresentante della Chiesa ufficiale, ma se ai vescovi, ai sacerdoti ed ai fedeli cinesi fosse garantita la libertà di espressione, si potrebbero ascoltare delle opinioni molto diverse dalle sue".

L'affermazione è confermata dai molti messaggi ricevuti da AsiaNews dopo l'annuncio del concistoro e la nomina dei nuovi cardinali fatta dal Papa il 22 febbraio scorso. "Siamo molto felici della creazione cardinalizia di mons. Zen – ci ha scritto mons. Li Side, vescovo non ufficiale di Tianjin - ed esultiamo per la Chiesa. Ringraziamo il Signore e lo Spirito Santo. Viva Benedetto XVI!".

"La creazione cardinalizia di mons. Zen – sottolinea ad AsiaNews mons. Wei Jingyi, vescovo non ufficiale di Qiqihar - dimostra l'attenzione del Papa verso la nazione cinese e la Chiesa in Cina. E' un gesto di amicizia e credo che possa svolgere un ruolo positivo nel rapporto tra Cina e Vaticano e nello sviluppo della Chiesa cinese".

"Liu Bainian riconosce – riprende il vescovo di Hong Kong – che sempre più cattolici in Cina vogliono ristabilire la comunione con la Santa Sede e vogliono che i loro vescovi abbiano l'approvazione del Santo Padre. Se ama veramente la sua nazione, dovrebbe lavorare per persuadere il governo a permettere tutto questo e fare così in modo che vi sia più armonia nella società".

"Voglio infine ricordare – conclude il presule – che sia il vescovo Zen che Liu sono oltre i 70 anni di età e non manca molto al loro incontro con il Giudice dei Cieli. Possa questo pensiero infondere più saggezza in tutte le loro decisioni".

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