L'Asia minacciata dalla xenofobia fra Cina, Giappone e Corea
Secondo un rapporto dell'International Crisis Group le tensioni nell'area orientale dell'Asia sono in aumento. "Se non si calma la situazione si può arrivare a degli scontri gravi".
Seoul (Asianews/Agenzie) - Cresce la xenofobia reciproca tra Cina, Giappone e Corea e in futuro "potrebbe causare gravi conflitti". Lo denuncia Peter Beck, direttore della sezione Asia del nord-est dell'International Crisis Group (Icg), organizzazione internazionale non governativa che studia le aree di conflitto mondiali.
In un documento pubblicato il 15 dicembre, l'Icg si dice "allarmato" dalla situazione nella regione e invita Pechino, Tokio e Seoul a "contenere la fobia verso lo straniero".
Per mantenere la situazione "stabile" l'organizzazione spinge le 3 potenze asiatiche ad "alleggerire la loro retorica nazionalistica" ed a "separare la diplomazia dalla storia". Un passo importante sarebbe inoltre quello di "creare istituzioni che costruiscano enti regionali invece di indebolirli".
Il nazionalismo cinese, coreano e giapponese rende difficili i rapporti politici, aggravati da rivendicazioni territoriali che vanno avanti da anni e da interpretazioni storiche differenti.
"Nel peggiore dei casi questa xenofobia reciproca porterà a gravi scontri".
Le 3 maggiori potenze dell'economia asiatica, che insieme costituiscono la terza regione economica più grande al mondo dopo Stati Uniti e l'Unione Europea, formano una tra le zone del mondo meno integrata. Fra le cause recenti che contribuiscono all'aumento della xenofobia vi sono le recenti dispute sulla sovranità territoriale nel mare Cinese orientale e i problemi di interpretazione storica sull'imperialismo giapponese.
Il documento dell'Icg - intitolato "Norheast Asia's Undercurrents of Conflict" - sostiene che gli scontri fra le nazioni dell'area sono in aumento anche per la crescita economica cinese, per i grandi cambiamenti generazionali sudcoreani e per il declino economico giapponese.
Per far fronte alle tensioni causate dalla xenofobia, l'Icg sollecita il Giappone a dare sostegno economico alle vittime dei crimini di guerra e a costruire un'alternativa al tempio Yasukuni. A Pechino è chiesto di riconoscere il ruolo che ha avuto il Giappone nel suo sviluppo economico, usare i codici di condotta internazionali e rendere libero l'accesso ai media stranieri ai cittadini cinesi.
"Questi conclude Beck - possono essere i primi passi verso una riduzione delle tensioni che permetterà di focalizzarsi su problemi ben più gravi, come la sicurezza, la non proliferazione delle armi e la protezione ambientale".
15/02/2006