26/06/2012, 00.00
ARABIA SAUDITA
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L'Arabia Saudita conferma: le donne potranno partecipare alle Olimpiadi

La decisione è stata presa per evitare l'esclusione del regno per discriminazione di genere. Finora l'unica atleta qualificata è Dalma Rushdi Malhas, che gareggerà nelle gare di equitazioni. Le altre atlete saranno selezionate nelle prossime settimane. Già pronta una divisa con un hijab sportivo.

Riyadh (AsiaNews/ Agenzie) - Per la prima volta nella storia, le donne saudite potranno partecipare ai giochi olimpici. Lo ha comunicato ieri l'ambasciata saudita a Londra, sottolineando che a tutt'oggi l'unica atleta in grado partecipare è Dalma Rushdi Malhas, già qualificata per le gare di equitazione. Nata in Ohio (Usa), ma con passaporto saudita, la Malhas ha già partecipato alle Olimpiadi di Pechino 2010. Tuttavia, Riyadh non ha escluso la presenza di altre atlete, che saranno selezionate nelle prossime settimane. Per preservare la loro dignità e i dettami della sharia islamica le donne indosseranno un "hijab sportivo" che coprirà la nuca, ma non il viso. La decisione è stata presa dopo un lungo braccio di ferro fra re Abdullah e le autorità religiose contrarie a una maggiore partecipazione delle donne nella società. Esse avrebbero accettato solo per evitare l'esclusione dell'Arabia Saudita dai Giochi per discriminazione di genere.

A febbraio Human Rights Watch aveva diffuso un rapporto sulle donne e lo sport nel Paese, chiedendo al governo saudita di rispettare il diritto delle donne a praticare un'attività sportiva e al Comitato olimpico internazionale di prendere provvedimenti contro l'Arabia Saudita.  La Carta Olimpica - che stabilisce il regolamento generale dei Giochi - prevede infatti l'esclusione del Paese che pratica un qualsiasi tipo di discriminazione. La norma in passato è stata applicata più volte: il Sudafrica, per esempio, non ha potuto partecipare alle competizioni dal 1964 al 1992 a causa dell'apartheid, mentre l'Afghanistan venne escluso dalle Olimpiadi del 2000 a causa dell'oppressione femminile sotto il regime dei talebani.

Secondo alcuni funzionari sauditi, re Abdullah sta cercando di modernizzare la società saudita, proprio a partire da una maggiore emancipazione delle donne, ma è osteggiato dall'ala più conservatrice del governo e dei leader religiosi. "Il monarca - affermano -  ha permesso la partecipazione delle donne all'interno  del Consiglio della Shura [un organo consultivo del regno]. La partecipazione ai giochi  olimpici è parte di un processo in corso, non un caso isolato."

In Arabia Saudita le donne vivono sotto i rigidi dettami della legge coranica. Esse sono obbligate ad indossare il velo integrale, ad uscire di casa solo se accompagnate da uomini e non possono guidare le auto. In passato altri monarchi hanno tentato di riformare la società saudita. Il primo è stato re Faysal, che negli anni '60 ha introdotto l'istruzione obbligatoria anche per le ragazze. Oggi, le donne laureate sono più numerose dei loro colleghi maschi.

 

 

 

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