L’aumento delle nascite dipende dal sostegno politico alle famiglie
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Per combattere la denatalità - a Hong Kong, come in Italia - servono decisioni politiche, “un approccio globale che miri a creare un ambiente lavorativo favorevole alle necessità della famiglia, che dia incentivi finanziari e incoraggi le immigrazioni”. Il problema del basso tasso di natalità a Hong Kong è al centro del dibattito della Conferenza sulla popolazione che si tiene questa settimana all’Università di Hong Kong. Per parlare di questa situazione e delinearne le possibili soluzioni è stato invitato Antonio Golini, docente di demografia all’Università degli studi di Roma “La Sapienza”. Golini ha sottolineato che il problema del basso tasso di natalità accomuna Hong Kong e l’Italia: a Hong Kong è di 0,7, in Italia di circa 1,2.
Antonio Golini, rappresentante dell’Italia alla commissione Onu per la popolazione e lo sviluppo, ha affermato: “La popolazione di Hong Kong non aumenterà se si farà affidamento solo sugli immigrati senza convincere le famiglie ad avere più figli. Più velocemente diminuisce il tasso di natalità, più rapido e intenso è l’invecchiamento della popolazione”.
L’esperto, lavorando come consulente al progetto sul tasso di natalità commissionato dal governo di Hong Kong, ha detto che il governo dovrebbe agire su più fronti: aumentare il tasso di natalità, incoraggiare l’immigrazione e mantenerla stabile, permettere alle famiglie di assumere aiutanti per brevi periodi.
Parlando della situazione italiana Golini ha riferito che circa il 55% della popolazione ha 60 anni ed oltre e che lo scorso anno le famiglie hanno speso sugli 8 miliardi di euro per assumere 800mila badanti dall’est Europa per gli anziani.
Golini sostiene che una tassa di entrata per gli immigrati è necessaria, ma non sufficiente. Hong Kong ha permesso un’immigrazione eccessiva: nel 2005 si sono contati più di 50mila immigrati contro una crescita naturale della popolazione che nello stesso anno è stato di 18mila unità.
Un altro aspetto del problema riguarda la possibilità di concedere anche ai padri “la paternità”, cioè i diritti e le facilitazioni legati alla maternità. Creando un ambiente lavorativo che incontri le esigenze delle famiglie si fornirebbe un aiuto in più, che potrebbe determinare la scelta di allargare il nucleo familiare.
Paternità per i dipendenti statali e anche una serie di facilitazioni, come biglietti scontati alle famiglie per andare ai musei, partecipare agli eventi musicali e alle attività sportive rientrano tra le proposte del Consiglio per lo sviluppo sostenibile per fronteggiare l’invecchiamento della popolazione.
Secondo Wong Siu-lun, esponente del Consiglio, la relazione dovrebbe occuparsi di quattro aree: il tasso di natalità in declino, la forza lavoro, l’invecchiamento della popolazione e la qualità della vita. Il rapporto deve essere presentato prima di giugno al governo che ne farà poi un disegno di legge.
Il problema è che sono state proposte poche misure per cambiare la politica di immigrazione perché su questo punto lo Stato non ha raggiunto il consenso. Paul Yip Siu-fai, componente del Consiglio e direttore del Centro di ricerca e prevenzione sui suicidi all’Università di Hong Kong, ha sostenuto che l’ambiente sociale deve essere adattato per permettere il cambiamento. Riferendosi ai 10mila euro - che sono un piccolo passo - proposti in bilancio e previsti come contributo per i neonati ha aggiunto: “La relazione dovrebbe spingere il governo ad adottare un approccio globale che miri a creare un ambiente lavorativo favorevole alle necessità della famiglia, che dia incentivi finanziari e incoraggi le immigrazioni. Non è facile crescere un figlio. Il governo dovrebbe aumentare il contributo per le persone che decidono di avere figli”.
Sono ancora pochi i privati pronti a concedere la paternità: tra questi la Standard Chartered Bank che concede 5 giorni e la CLP Power che ne dà tre.
Il Dipartimento per il censimento e le statistiche ha calcolato che a partire dal 2033 ci saranno 428 persone sui 65 anni o più per ogni mille lavoratori. Per aumentare la natalità Wong ha affermato che è necessaria “una maggiore volontà politica da parte del governo”.