L’apostolato del lavoro e dell’educazione, tra i tribali cristiani Koch e Garoche
Dhaka (AsiaNews) - Testimoniare la Parola di Dio tra le comunità cristiane più isolate e meno conosciute del Bangladesh, attraverso l'apostolato del lavoro e dell'istruzione. Il risultato sono cinque centri sorti in soli 15 anni, nell'area a nord e nordest di Dhaka, fino alla zona in cui il Brahmaputra (chiamato Jamuna in Bangladesh, ndr) confluisce nel Gange. Articolati in ostelli temporanei, scuole, corsi di formazione, oltre che dediti ai tradizionali servizi religiosi, il lavoro di questi centri è rivolto per lo più alle popolazioni tribali Koch e Garoche. Una pastorale nuova e ancora tutta da costruire, che cerca di rispondere alla rapida evoluzione che sta avvenendo nel Paese. Il 9 maggio scorso, per la prima volta, questi centri si sono radunati insieme e l'arcivescovo di Dhaka, mons. Patrick D'Rosario, ne ha riconosciuto la condizione di nuova zona pastorale.
Lo sviluppo industriale che dagli inizi degli anni '90 ha investito il Bangladesh, ha provocato una brusca urbanizzazione. Tuttavia, l'arrivo in massa di giovani provenienti dai villaggi in cerca di lavoro, ha creato una nuova forza-lavoro impreparata dal punto di vista della formazione, e sbandata, senza punti di appoggio su cui poter contare in attesa di un lavoro fisso.
Tutto è iniziato circa 15 anni fa, quando p. Dominic Rozario, sacerdote bengalese e docente al Seminario teologico di Dhaka, ha iniziato visitando alcune famiglie cristiane, in zone isolate dove si credeva non ci fossero cristiani. In breve tempo, ha stabilito rapporti con queste persone. A loro volta, interessati alle messe domenicali, alcuni nuclei aborigeni Koch e Garoche hanno cercato di instaurare contatti. Alla celebrazione della liturgia si è poi aggiunto p. Carlo Dotti (missionario del Pime - Pontificio Istituto Missioni Estere). In seguito, si è interessato a questo lavoro un altro missionario Pime, p. Gian Paolo Gualzetti, impegnato a Maripur, zona periferica a nord di Dhaka travolta dalla grande ondata di urbanizzazione iniziata negli anni '90.
Proprio a Maripur l'impegno di p. Rozario ha avuto i primi risultati pratici. Qui, mentre ogni giorno spuntava una nuova fabbrica, p. Gualzetti ha aperto i locali della sua chiesa per ospitare ragazzi e ragazze che giungevano in città in cerca di lavoro. Tra questi, anche gli studenti della scuola tecnica di Dinajpur, diretta da fratel Massimo Cattaneo. Nel tempo, i due missionari hanno comprato un terreno su cui, nel 1995, è sorto il Centro Gesù lavoratore, che offre corsi di formazione e un ostello temporaneo. Un luogo di passaggio, che cerca di rendere graduale l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani.
Nello stesso periodo, sempre a nord di Dhaka, nell'area di Kewachala, i missionari Pime p. Angelo Canton e p. Gianantonio Baio hanno creato altri due centri. All'inizio, il lavoro interessava un piccolo nucleo di tribali e bengalesi cristiani e consisteva nell'offrire ai più giovani un'istruzione minima. Poi, la missione si è allargata anche all'accoglienza di non cristiani, che dalle zone più isolate arrivavano in città nella speranza di un lavoro.
L'ultimo centro, costituito da due ostelli, è quello di p. Arturo Speziale (Pime), che lavora con una comunità di pescatori che vive vicino al Brahmaputra. Attraverso questi pescatori, anch'essi convertiti al cristianesimo da missionari battisti che poi li hanno abbandonati, p. Speziale è entrato in contatto con gli aborigeni Koch. Con l'aiuto di alcune suore locali, è riuscito ad aprire due ostelli, dove bambini e bambine tribali possono studiare e ricevere almeno un'educazione di base.
28/11/2018 12:38