06/09/2007, 00.00
VATICANO – LAOS - CAMBOGIA
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L’affetto del papa verso le piccole Chiese di Laos e Cambogia

Benedetto XVI ha ricevuto oggi in udienza i presuli, al termine della loro visita ad limina. Il papa ricorda la fede fino al “il dono eroico della vita” di molti cristiani e martiri delle due nazioni.
Castel Gandolfo (AsiaNews) – Incoraggiamento e affetto sono le note dominanti del discorso che Benedetto XVI ha rivolto ai vescovi di Laos e Cambogia, ricevuti in udienza al termine della loro visita ad limina. “Quando rientrate in Laos e in Cambogia – ha detto il papa - portate il saluto affettuoso del successore di Pietro ai sacerdoti, religiosi, religiose, ai catechisti e ai laici delle vostre comunità”.
 
Tanto affetto è dovuto anzitutto al fatto che le Chiese di questi due Paesi sono fra le più piccole Chiese dell’Asia, precedute solo da quelle dell’Asia Centrale, da poco rinate dopo il crollo sovietico.
La Chiesa del Laos conta 35 mila fedeli, meno dell’1% dei circa 6 milioni di abitanti; quella cambogiana ha 21 mila cattolici – in maggioranza di origine vietnamita – su una popolazione di 12 milioni. Il papa ha esortato vescovi e preti a lavorare per vincere l’isolamento in cui i fedeli si trovano, causato del loro essere minoranza. “La vostra vicinanza coi fedeli – ha detto il pontefice – è… un incoraggiamento a perseverare senza timore nella fede cristiana e a crescere nella scoperta della persona di Cristo, malgrado le difficoltà della vita quotidiana”.
Benedetto XVI ha anche ricordato la fede fino al “il dono eroico della vita” di molti cristiani e martiri delle due nazioni.
 
Entrambe le comunità emergono da una lunga dittatura comunista (del Pathet Lao in Laos e dei Khmer rossi in Cambogia), che ha spazzato via strutture e gerarchia. Solo da pochi anni in entrambi i Paesi stanno rinascendo le vocazioni al sacerdozio e vi sono state le prime ordinazioni (4 in Laos e 4 in Cambogia). Per questo Benedetto XVI ha esortato i vescovi a mettere una “cura particolare” nell’educazione dei futuri sacerdoti “anche a prezzo di sacrifici in altri ambiti”.  Un altro impegno fondamentale è quello a sostenere le famiglie, i cui valori e unità sono stati anch’essi provati dalle distruzioni ideologiche e fisiche del passato.
 
Pur apprezzando e stimando le culture e le religioni dei due Paesi (entrambi a maggioranza buddista), il papa sottolinea il valore della testimonianza esplicita: “Nel contesto sociale e religioso della vostra regione, è particolarmente importante che i cattolici manifestino la loro identità, pur rispettando le altre tradizioni religiose e le culture dei popoli”.
E ha precisato: “Annunciando [la Buona Novella] a tutti i popoli, la Chiesa non cerca di imporsi, essa testimonia la sua stima per l’uomo e per la società in cui vive”.
 
L’accenno si riferisce in particolare alla Cambogia dove da qualche mese è in vigore una direttiva “anti-proselitismo cristiano”, che regola controlla attività e costruzioni delle chiese straniere. L’ordinanza è indirizzata soprattutto alle chiese protestanti, accusati di denigrare i buddismo e di pagare le conversioni. Va detto che la Chiesa cattolica della Cambogia ha apprezzato la direttiva.
Per quanto riguarda la Chiesa in Laos, essa subisce un forte controllo e le è permesso un qualche impegno sociale a favore dei poveri in cambio della libertà di culto. Il papa ha ricordato che l’impegno della Chiesa, pur essendo a favore del prossimo non si esaurisce in un impegno assistenziale.
 
Il pontefice ha ringraziato “le Chiese di antica evangelizzazione” (fra cui la Chiesa italiana) per l’aiuto spirituale ed economico che danno a Laos e Cambogia, e i missionari stranieri per il loro impegno nell’evangelizzazione e nella formazione del clero. Va detto che il Laos proibisce da 30 anni l’entrata di missionari stranieri nel Paese.
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