L’Unesco raccomanda: la Palestina sia riconosciuta come Stato
Il Comitato esecutivo dell’organizzazione culturale delle Nazioni unite ha votato ieri a maggioranza una “raccomandazione” per accogliere la Palestina come membro a pieno titolo. A fine ottobre il voto dell’assemblea. Gli Stati uniti si oppongono.
Parigi (AsiaNews/Agenzie) – Il Comitato esecutivo dell’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni unite che cura educazione, scienza e cultura, ha raccomandato ieri di accordare alla Palestina il pieno riconoscimento statuale. Su 58 Paesi membri del Comitato, 40 hanno votato a favore della raccomandazione, che è stata proposta dal gruppo arabo. Quattro Paesi: Stati Uniti, Germania, Romania e Lettonia – hanno votato contro, mentre altri 14, fra cui Spagna e Francia, si sono astenuti. I 193 paesi membri dell’Unesco voteranno se accettare o meno la raccomandazione in occasione della Conferenza generale dell’organizzazione, che si svolgerà il 25 ottobre prossimo.
La Palestina gode di uno status di “osservatore” all’Unesco dal 1974. Per approvare l’adesione come membro a pieno titolo sarà necessaria una maggioranza dei due terzi dei votanti. La richiesta di ieri, e la raccomandazione, sono frutto della spinta diplomatica palestinese verso un pieno riconoscimento della Palestina quale Stato. E la risposta della Conferenza generale sarà indicativa dell’ampiezza dell’appoggio di cui gode la questione del riconoscimento internazionale.
In un quadro di stallo dei negoziati di pace, la diplomazia palestinese cerca altre strade per ottenere un riconoscimento internazionale. Settimane fa, vi è stata la richiesta presentata da Mahmoud Abbas al Consiglio di sicurezza dell’Onu per l'adesione a pieno titolo della Palestina. Ma essa avanza lentamente e sarà certamente bloccata dall’annunciato veto degli Stati Uniti (23/09/2011 Abbas chiede a Ban Ki-moon un seggio all’Onu per la Palestina).
L’Unesco rappresenta un'altra possibile via al riconoscimento internazionale. I palestinesi stanno cercando anche di assicurarsi una testa di ponte nella World Trade Organization, e hanno conquistato questa settimana uno status di partnership nel Consiglio d’Europa. Tutte queste iniziative tendono ad aiutare il raggiungimento dell’obiettivo principale, e cioè il riconoscimento all’Onu dei territori palestinesi come uno Stato. La loro campagna trova una fiera opposizione da parte di Israele e degli Stati Uniti. Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha definito la raccomandazione dell’Unesco “inspiegabile”. “Esorto l’Unesco a riflettere prima di procedere al voto perché la decisione sullo status deve essere fatta alle Nazioni unite e non nei gruppi ausiliari, che sono sussidiari alle Nazioni unite”, ha dichiarato la Clinton. Gli Stati uniti potrebbero decidere di bloccare le loro sovvenzioni all’Unesco. Attualmente i loro finanziamenti raggiungono il 22 per cento del totale. Il Congresso ha congelato 200 milioni di dollari (149 milioni di euro) di aiuti ai palestinesi in seguito alla richiesta di riconoscimento presentata all’Onu.
La Palestina gode di uno status di “osservatore” all’Unesco dal 1974. Per approvare l’adesione come membro a pieno titolo sarà necessaria una maggioranza dei due terzi dei votanti. La richiesta di ieri, e la raccomandazione, sono frutto della spinta diplomatica palestinese verso un pieno riconoscimento della Palestina quale Stato. E la risposta della Conferenza generale sarà indicativa dell’ampiezza dell’appoggio di cui gode la questione del riconoscimento internazionale.
In un quadro di stallo dei negoziati di pace, la diplomazia palestinese cerca altre strade per ottenere un riconoscimento internazionale. Settimane fa, vi è stata la richiesta presentata da Mahmoud Abbas al Consiglio di sicurezza dell’Onu per l'adesione a pieno titolo della Palestina. Ma essa avanza lentamente e sarà certamente bloccata dall’annunciato veto degli Stati Uniti (23/09/2011 Abbas chiede a Ban Ki-moon un seggio all’Onu per la Palestina).
L’Unesco rappresenta un'altra possibile via al riconoscimento internazionale. I palestinesi stanno cercando anche di assicurarsi una testa di ponte nella World Trade Organization, e hanno conquistato questa settimana uno status di partnership nel Consiglio d’Europa. Tutte queste iniziative tendono ad aiutare il raggiungimento dell’obiettivo principale, e cioè il riconoscimento all’Onu dei territori palestinesi come uno Stato. La loro campagna trova una fiera opposizione da parte di Israele e degli Stati Uniti. Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha definito la raccomandazione dell’Unesco “inspiegabile”. “Esorto l’Unesco a riflettere prima di procedere al voto perché la decisione sullo status deve essere fatta alle Nazioni unite e non nei gruppi ausiliari, che sono sussidiari alle Nazioni unite”, ha dichiarato la Clinton. Gli Stati uniti potrebbero decidere di bloccare le loro sovvenzioni all’Unesco. Attualmente i loro finanziamenti raggiungono il 22 per cento del totale. Il Congresso ha congelato 200 milioni di dollari (149 milioni di euro) di aiuti ai palestinesi in seguito alla richiesta di riconoscimento presentata all’Onu.
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