L’Onu nega il sussidio a 4mila ex guerriglieri maoisti. Proteste in tutto il Nepal
di Kalpit Parajuli
Gli ex combattenti minacciano il ritorno alla lotta armata. Scontri con la polizia e auto in fiamme nella capitale e nel resto del Paese. Questa è la prima manifestazione dopo il disarmo delle milizie del 20 settembre 2011.
Kathmandu (AsiaNews) – Migliaia di guerriglieri maoisti sono scesi in piazza nei giorni scorsi nella capitale e nelle principali città del Paese in protesta contro i mancati sussidi promessi da governo e Onu. A Kathmandu i manifestanti hanno dato fuoco a decine di auto, ingaggiando scontri con la polizia. Essi minacciano di riprendere la lotta armata se l’Onu non concederà i fondi a circa 4mila ex combattenti considerati non idonei. Questa è la prima protesta dopo il disarmo delle milizie, in settembre.
I funzionari Onu hanno negato l’uscita dagli accampamenti a 4008 ex guerriglieri perché considerati non idonei al reintegro nella società. Dopo le pressioni del governo, l’Onu ha concesso ai combattenti la libertà. Tuttavia, essi non possono godere del sussidio di 6mila dollari all’anno stabilito al momento del disarmo. Nei giorni scorsi il governo ha promesso loro un periodo di formazione per l’inserimento nel mondo del lavoro e 500 euro all’anno di incentivo.
Raju BK, uno dei guerriglieri a cui è stato negato il finanziamento, spiega che la protesta non è solo contro l’Onu, ma anche contro il partito Maoista al governo che da mesi si rifiuta di risolvere la situazione. “Se non verremo ascoltati – afferma – siamo pronti a combattere contro il nostro stesso partito”.
Dinanath Sharma, ministro dell’Educazione, si giustifica affermando che il “governo ha in mente la situazione degli ex guerriglieri, ma in questo momento la maggioranza dei politici è impegnata nel completare il processo di pace e scrivere la nuova costituzione”. “Concentrare l’attenzione solo verso di loro – aggiunge – sarebbe un rischio per tutto il Paese”.
La guerra civile del Nepal ha contrapposto per 11 anni esercito e guerriglieri maoisti, che combattevano con l'obiettivo di rovesciare il regno e istituire la Repubblica popolare del Nepal. Il conflitto si è concluso con la caduta della monarchia assoluta indù a cui è seguito un accordo globale di pace tra esercito e maoisti firmato il 21 novembre 2006 davanti a Onu e comunità internazionale. A causa dell’instabilità del Paese e dei giochi politici del partito maoista, salito al potere nel 2008, oltre 19mila guerriglieri sono rimasti bloccati nei campi di addestramento, diventando un peso per la società. Il loro disarmo è iniziato il 20 settembre 2011, dopo circa sei anni di trattative fra esercito, Onu e governo.
I funzionari Onu hanno negato l’uscita dagli accampamenti a 4008 ex guerriglieri perché considerati non idonei al reintegro nella società. Dopo le pressioni del governo, l’Onu ha concesso ai combattenti la libertà. Tuttavia, essi non possono godere del sussidio di 6mila dollari all’anno stabilito al momento del disarmo. Nei giorni scorsi il governo ha promesso loro un periodo di formazione per l’inserimento nel mondo del lavoro e 500 euro all’anno di incentivo.
Raju BK, uno dei guerriglieri a cui è stato negato il finanziamento, spiega che la protesta non è solo contro l’Onu, ma anche contro il partito Maoista al governo che da mesi si rifiuta di risolvere la situazione. “Se non verremo ascoltati – afferma – siamo pronti a combattere contro il nostro stesso partito”.
Dinanath Sharma, ministro dell’Educazione, si giustifica affermando che il “governo ha in mente la situazione degli ex guerriglieri, ma in questo momento la maggioranza dei politici è impegnata nel completare il processo di pace e scrivere la nuova costituzione”. “Concentrare l’attenzione solo verso di loro – aggiunge – sarebbe un rischio per tutto il Paese”.
La guerra civile del Nepal ha contrapposto per 11 anni esercito e guerriglieri maoisti, che combattevano con l'obiettivo di rovesciare il regno e istituire la Repubblica popolare del Nepal. Il conflitto si è concluso con la caduta della monarchia assoluta indù a cui è seguito un accordo globale di pace tra esercito e maoisti firmato il 21 novembre 2006 davanti a Onu e comunità internazionale. A causa dell’instabilità del Paese e dei giochi politici del partito maoista, salito al potere nel 2008, oltre 19mila guerriglieri sono rimasti bloccati nei campi di addestramento, diventando un peso per la società. Il loro disarmo è iniziato il 20 settembre 2011, dopo circa sei anni di trattative fra esercito, Onu e governo.
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