L’Erode moderno uccide le bambine e viola la libertà religiosa
di Nirmala Carvalho
Lo afferma il card. Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana, nella festa dei Santi innocenti martiri. Feticidi e infanticidi femminili, persecuzioni anticristiane e corruzione distruggono Cristo e la vita umana.
Mumbai (AsiaNews) – Nella società attuale “l’Erode moderno è chi pratica feticidi e infanticidi femminili, chi limita la libertà religiosa e chi viola i diritti umani”. È la riflessione del card. Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana e arcivescovo di Mumbai, in occasione della Festa dei Santi innocenti martiri, che si celebra oggi.
Secondo il cardinale, anche segretario generale della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc), “chi uccide feti femminili ha paura di Dio e delle donne. Vuole che il denaro diventi il suo dio. Nella mente di queste persone, c’è il convincimento che le donne sono solo un problema economico. Nostro Signore è venuto a portare vita in abbondanza, e penso che chiunque limiti le possibilità di vivere, è come Erode. Oggi, le persone hanno paura di far vivere le altre persone”.
Anche la persecuzione dei cristiani in India ricorda il martirio degli innocenti a Betlemme. “Chi viola la libertà religiosa – prosegue il card. Gracias –, attacca i cristiani solo perché credono in Gesù e in nostro Signore. Quelle persone che sopprimono i diritti umani, alimentano la corruzione e seguono il materialismo, stanno distruggendo Cristo e la vita”.
Uno dei casi più recenti di persecuzione religiosa contro i cristiani è quello riguardante Khander Mani Khanna, il pastore anglicano della All Saints Church in Kashmir, arrestato per aver battezzato sette giovani musulmani il 19 novembre scorso. Tra molte difficoltà – inclusa una pesante campagna di boicottaggio e diffamazione da parte dell’Associazione legale del Jammu e Kashmir – il rev. Khanna è stato rilasciato su cauzione il primo dicembre scorso, ma al momento non può più prestare servizio.
Le difficoltà, per il rev. Khanna, non sono ancora finite, complice anche il suo debole stato di salute. “Quest’anno il Natale – racconta il figlio ad AsiaNews – non è stato come gli altri anni. Le chiese di Srinagar e Gulmarg non hanno avuto un pastore. Non ci sono stati canti, né abbiamo potuto ricevere la comunione, perché chi guidava il servizio non era ancora ordinato. Non abbiamo organizzato alcun pranzo, perché il diabete di mio padre è peggiorato”.
Anche i giovani convertiti dal rev. Khanna stanno affrontando diverse difficoltà. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), spiega ad AsiaNews: “Ho incontrato tre di loro il 10 dicembre scorso, nella Giornata mondiale per i diritti umani. Insieme al rev. Khanna abbiamo fatto un piccolo servizio di preghiera. Ma questi giovani temono per le loro vite e si sentono in pericolo, ci sono grandi pressioni sociali e religiose perché tornino all’islam”.
Un caso in particolare, racconta il presidente del Gcic, “è il più penoso. Il giovane lavorava come guardia di sicurezza, ma dopo la conversione ha dovuto consegnare il suo tesserino, perdendo così il lavoro. Inoltre, è stato vittima di pestaggi disumani, un suo orecchio è stato addirittura bruciato”.
Secondo il cardinale, anche segretario generale della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc), “chi uccide feti femminili ha paura di Dio e delle donne. Vuole che il denaro diventi il suo dio. Nella mente di queste persone, c’è il convincimento che le donne sono solo un problema economico. Nostro Signore è venuto a portare vita in abbondanza, e penso che chiunque limiti le possibilità di vivere, è come Erode. Oggi, le persone hanno paura di far vivere le altre persone”.
Anche la persecuzione dei cristiani in India ricorda il martirio degli innocenti a Betlemme. “Chi viola la libertà religiosa – prosegue il card. Gracias –, attacca i cristiani solo perché credono in Gesù e in nostro Signore. Quelle persone che sopprimono i diritti umani, alimentano la corruzione e seguono il materialismo, stanno distruggendo Cristo e la vita”.
Uno dei casi più recenti di persecuzione religiosa contro i cristiani è quello riguardante Khander Mani Khanna, il pastore anglicano della All Saints Church in Kashmir, arrestato per aver battezzato sette giovani musulmani il 19 novembre scorso. Tra molte difficoltà – inclusa una pesante campagna di boicottaggio e diffamazione da parte dell’Associazione legale del Jammu e Kashmir – il rev. Khanna è stato rilasciato su cauzione il primo dicembre scorso, ma al momento non può più prestare servizio.
Le difficoltà, per il rev. Khanna, non sono ancora finite, complice anche il suo debole stato di salute. “Quest’anno il Natale – racconta il figlio ad AsiaNews – non è stato come gli altri anni. Le chiese di Srinagar e Gulmarg non hanno avuto un pastore. Non ci sono stati canti, né abbiamo potuto ricevere la comunione, perché chi guidava il servizio non era ancora ordinato. Non abbiamo organizzato alcun pranzo, perché il diabete di mio padre è peggiorato”.
Anche i giovani convertiti dal rev. Khanna stanno affrontando diverse difficoltà. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), spiega ad AsiaNews: “Ho incontrato tre di loro il 10 dicembre scorso, nella Giornata mondiale per i diritti umani. Insieme al rev. Khanna abbiamo fatto un piccolo servizio di preghiera. Ma questi giovani temono per le loro vite e si sentono in pericolo, ci sono grandi pressioni sociali e religiose perché tornino all’islam”.
Un caso in particolare, racconta il presidente del Gcic, “è il più penoso. Il giovane lavorava come guardia di sicurezza, ma dopo la conversione ha dovuto consegnare il suo tesserino, perdendo così il lavoro. Inoltre, è stato vittima di pestaggi disumani, un suo orecchio è stato addirittura bruciato”.
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