L’Arabia saudita produrrà più petrolio, reazione cauta dei mercati
Jeddah (AsiaNews/Agenzie) – Reazione cauta dei mercati all’odierno annuncio dell’Arabia Saudita, che da luglio produrrà più petrolio, per contenerne il prezzo e rispondere alle richieste di Stati Uniti e altri Paesi sviluppati. Le prime contrattazioni in Europa hanno visto solo minime diminuzioni del prezzo del petrolio, dopo che il 13 giugno era sceso di 2 dollari al barile a seguito delle prime indiscrezioni.
Il ministro saudita per il Petrolio Ali al-Naimi e il segretario Onu Ban Ki-moon hanno annunciato l’aumento. Si parla di 200mila barili al giorno in più dei 9,45 milioni attuali. A maggio la produzione già è cresciuta di 300mila barili. Il dato effettivo potrebbe essere rivelato il 22 giugno dopo l’incontro previsto a Jeddah (Arabia Saudita) con il cartello dei Paesi produttori di petrolio (Opec).
Ban Ki-moon, dopo l’incontro con re Abdullah, ha detto che anche il re ritiene l’attuale prezzo del petrolio “alto in modo anormale a causa di fattori speculativi e per le politiche di alcuni governi. Vuole fare quanto può per [portare] il prezzo del petrolio a livelli adeguati”.
L’annuncio arriva mentre in Giappone i ministri finanziari degli otto Paesi più industrializzati (G8) hanno avvertito che gli alti prezzi di petrolio e alimenti costituiscono “una seria minaccia per la stabilità mondiale” e possono far impennare l’inflazione e accrescere la povertà.
La decisione saudita potrebbe creare divisioni tra i membri Opec, molti dei quali non desiderano o non sono in grado di aumentare la produzione e vogliono tenere alti i prezzi. Il Paese sta completando lo sviluppo del giacimento gigante Khursaniyah, che può portare una maggior produzione di 500mila barili al giorno.
Nonostante i prezzi, la domanda di petrolio è in aumento ed è giunta il 13 giugno a 86,88 milioni di barili al giorno, con un aumento di 1,1 milioni rispetto all’inizio del 2008.