L’11 settembre spinge al dialogo indù, musulmani e cristiani in Nepal
di Kalpit Parajuli
Per i leader religiosi l’attentato alle Torri gemelle ha generato solidarietà fra le differenti religioni. Tutte le fedi devono lavorare insieme per promuovere lo Stato laico. Dialogo interreligioso e conoscenza reciproca unica strada per l’armonia fra cristiani, indù e musulmani.
Kathmandu (AsiaNews) – Per i leader religiosi musulmani, cristiani indù e bahai nepalesi l’11 settembre deve essere un’occasione di armonia e pace fra le diverse fedi contro qualsiasi forma di estremismo religioso. In occasione del decimo anniversario dell’attacco alle torri gemelle, essi invitano autorità e popolazione lavorare insieme per rendere il Paese uno Stato laico rispettoso di tutte le fedi religiose.
Shamin Ahamad, musulmano, sottolinea che l’11 settembre ha umiliato tutti i musulmani che credono nella pace e nel dialogo fra le religioni. “In questi anni- afferma - una minoranza estremista ha diffuso un’idea sbagliata dell’islam. La comunità islamica del Nepal è sempre stata contro il terrorismo”.
Secondo Nazrul Hussein, segretario generale del Nepal’s Inter-religious Council, il tragico attacco alle Torri gemelle ha generato una solidarietà fra le varie religioni presenti in Nepal. Citando il discorso del Papa pronunciato ieri ad Ancona, egli spiega che“la vera sfida è mantenere vivo questo clima, educando la popolazione alla pace e al dialogo interreligioso”. Dello stesso parere è Damordar Pandey, leader indù, che giudica il dialogo e la conoscenza reciproca come unica strada per mantenere l’armonia fra musulmani, cristiani e indù.
Isu Jung Karki, cristiano e coordinatore dell’ Inter-Religious Secular Protection Movement (Irspm) fa notare che il Nepal è un Paese benedetto e si distingue per il suo pluralismo religioso rispetto ad altre nazioni dell’Asia devastate dagli odi inter-confessionali. “La popolazione – spiega – è più aperta ad accettare le altre fedi. Dobbiamo coltivare questi semi spontanei di tolleranza per combattere le sacche di estremismo e promuovere lo Stato laico”.
In Nepal, da secoli convivono indù, musulmani, cristiani, buddisti e bahai. I rapporti fra le varie fedi si sono consolidati con la caduta della monarchia indù nel 2006 e la successiva proclamazione della Stato laico. Tuttavia, in questi anni il Paese ha dovuto affrontare più volte la minaccia del terrorismo, soprattutto di matrice indù. Fra il 2006 e il 2009, il Nepal Defence Army (Nda), gruppo estremista che si batte per il ritorno del re, ha compiuto diversi attentati contro chiese e moschee. Fra i più violenti l’attacco del 2008 contro la moschea di Birantnagar e l’attentato del 2009 alla cattedrale cattolica dell’Assunzione di Kathmandu.
Shamin Ahamad, musulmano, sottolinea che l’11 settembre ha umiliato tutti i musulmani che credono nella pace e nel dialogo fra le religioni. “In questi anni- afferma - una minoranza estremista ha diffuso un’idea sbagliata dell’islam. La comunità islamica del Nepal è sempre stata contro il terrorismo”.
Secondo Nazrul Hussein, segretario generale del Nepal’s Inter-religious Council, il tragico attacco alle Torri gemelle ha generato una solidarietà fra le varie religioni presenti in Nepal. Citando il discorso del Papa pronunciato ieri ad Ancona, egli spiega che“la vera sfida è mantenere vivo questo clima, educando la popolazione alla pace e al dialogo interreligioso”. Dello stesso parere è Damordar Pandey, leader indù, che giudica il dialogo e la conoscenza reciproca come unica strada per mantenere l’armonia fra musulmani, cristiani e indù.
Isu Jung Karki, cristiano e coordinatore dell’ Inter-Religious Secular Protection Movement (Irspm) fa notare che il Nepal è un Paese benedetto e si distingue per il suo pluralismo religioso rispetto ad altre nazioni dell’Asia devastate dagli odi inter-confessionali. “La popolazione – spiega – è più aperta ad accettare le altre fedi. Dobbiamo coltivare questi semi spontanei di tolleranza per combattere le sacche di estremismo e promuovere lo Stato laico”.
In Nepal, da secoli convivono indù, musulmani, cristiani, buddisti e bahai. I rapporti fra le varie fedi si sono consolidati con la caduta della monarchia indù nel 2006 e la successiva proclamazione della Stato laico. Tuttavia, in questi anni il Paese ha dovuto affrontare più volte la minaccia del terrorismo, soprattutto di matrice indù. Fra il 2006 e il 2009, il Nepal Defence Army (Nda), gruppo estremista che si batte per il ritorno del re, ha compiuto diversi attentati contro chiese e moschee. Fra i più violenti l’attacco del 2008 contro la moschea di Birantnagar e l’attentato del 2009 alla cattedrale cattolica dell’Assunzione di Kathmandu.
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