Kuwait, parlamentare del Bangladesh arrestato per traffico di vite umane e riciclaggio
Mohammad Shahid Islam si trova in cella dal 6 giugno scorso. I giudici hanno respinto la richiesta di rilascio su cauzione. L’ambasciata del Bangladesh ha inviato una lettera con richiesta di chiarimento, sinora senza risposta. Egli è proprietario di una impresa attiva nei settori dell’ingegneria, delle costruzioni, della logistica e del management.
Kuwait City (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità del Kuwait hanno arrestato per traffico di vite umane e riciclaggio Mohammad Shahid Islam, parlamentare del Bangladesh fermato dagli agenti mentre si trovava nella propria abitazione a Mushrif, area residenziale di Kuwait City. L’arresto risale al 6 giugno ad opera dagli uomini del Dipartimento anti-crimine (Cid), che il giorno successivo hanno notificato il provvedimento di custodia cautelare in carcere; tuttavia, la notizia è filtrata solo in queste ore in seguito alla comunicazione ufficiale fornita all’ambasciata di Dhaka.
I giudici hanno negato il rilascio dietro cauzione e da quattro giorni il politico e imprenditore si trova in un carcere del Paese. Fonti interne alla rappresentanza diplomatica del Bangladesh sottolineano che, ad oggi, non vi è ancora un capo di imputazione ufficiale contro il parlamentare. L’ambasciatore Abul Kalam spiega di aver ricevuto notizia del fermo “da uno dei fratelli” e che “non è giunta ancora risposta” alla lettera inviata alle “autorità del Kuwait” per avere informazioni sulle accuse.
Secondo quanto riferisce il quotidiano locale al-Qabas, dietro all’arresto di Islam vi sarebbero accuse di traffico di esseri umani e riciclaggio di denaro sporco. Il parlamentare è proprietario di una impresa chiamata Marafie Kuwaitia Group, attiva nell’area del Golfo, che opera nei settori dell’ingegneria, delle costruzioni, della logistica e del management.
Egli avrebbe inoltre approfittato del ruolo pubblico e dello status di parlamentare per sfruttare i propri compatrioti, utilizzando il loro lavoro per guadagni illeciti. Alla base delle accuse vi sarebbe infatti la testimonianza di cinque lavoratori migranti bangladeshi, che riferiscono di un pagamento di circa 3mila dinari per poter raggiungere il Kuwait e trovare un’occupazione. Essi avrebbero pagato anche una tangente annuale, per vedere rinnovato il loro permesso di soggiorno.
La compagnia, di cui Islam è direttore esecutivo, vanta affari e appalti in Kuwait, Oman e Giordania. Secondo quanto riferisce ad Arab News una fonte del ministero degli Esteri a Dhaka il parlamentare era entrato in Kuwait attraverso un “passaporto ordinario” e non ha utilizzato il “passaporto rosso” che è un privilegio riservato ai politici del Paese per facilitare gli spostamenti e i viaggi all’estero.
Già nel febbraio scorso Islam, parlamentare indipendente originario del distretto di Laxmipur meglio noto col soprannome di Kazi Papul, era già finito sotto inchiesta. Tuttavia egli aveva respinto come “false e immaginarie” le accuse di traffico di vite umane.
02/11/2019 10:41