17/04/2023, 11.04
MALAYSIA
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Kuala Lumpur, sempre più giovani schiavi delle metanfetamine

di Hal Swindall

Un'inchiesta del quotidiano New Straits Times contesta i dati ottimistici del governo: sarebbero un milione i tossicodipendenti con un'esplosione dei consumi tra gli adolescenti. Tra le forme di diffusione anche i liquidi per le sigarette elettroniche, venduti a prezzi sempre più bassi.

Kuala Lumpur (AsiaNews) - Si fa sempre più grave in Malaysia il fenomeno delle tossicodipendenze. A rivelarlo con una serie di articoli è il quotidiano malese New Straits Times, che mette in luce gli scarsi risultati delle politiche locali nell’affrontare il fenomeno, fermi all’annuncio dell’intenzione - espressa dal governo malese nel 2019 – di seguire la strada della depenalizzazione. Intanto, però, la situazione si fa sempre più pesante, soprattutto tra i giovani.

In teoria i dati ufficiali del Dipartimento di Statistica della Malaysia (Dosm), fermi al 2021, rileverebbero un calo del problema. Secondo questo quadro il tossicodipendente tipo malese sarebbe un maschio Bumiputera di età superiore ai 40 anni, con un diploma di scuola media superiore e un lavoro a tempo pieno, che fa uso soprattutto di metanfetamine.

Ma la fotografia che emerge da altri osservatori descrive, al contrario, un incremento del fenomeno che coinvolge in realtà anche i giovanissimi. Il New Straits Times afferma che i tossicodipendenti in Malaysia sarebbero quasi un milione, molto più dei 137.176 registrati ufficialmente presso l'Agenzia nazionale antidroga (Nada). Del resto persino le statistiche della Nada mostrano un aumento dell'11% dei tossicodipendenti dal 2022. E il direttore stesso di quest’agenzia Sutekno Ahman Belon attribuisce il calo nei numeri registrato dal Dipartimento di statistica alla limitata la circolazione delle persone in Malaysia a causa della la pandemia da Covid-19, che ha semplicemente impedito a molti tossicodipendenti di registrarsi.

Nella rete delle tossicodipendenze cadono molti adolescenti malesi. Il New Straits Times ha intervistato ragazzi che hanno raccontato di essere stati spinti da coetanei a fare uso di metanfetamine a scopo ricreativo, che alla fine hanno portato alla dipendenza. Sotto il controllo dei loro spacciatori, scoprono di aver bisogno di dosi sempre più elevate di droga per raggiungere lo stesso sballo e iniziano a rubare per pagare le loro abitudini. Questi adolescenti affermano inoltre che fumare, bere e sniffare colla sono comuni tra i loro coetanei.

Il quotidiano ha riportato persino il caso di un bambino di sette anni dipendente dal “syabu”, come vengono chiamate in Asia orientale le metanfetamine. Peggio ancora, molte donne tossicodipendenti che rimangono incinte trasmettono la loro dipendenza ai figli attraverso il latte materno. In un editoriale il New Straits Times lamenta come gli sforzi del governo per combattere le droghe siano “in gran parte a posteriori” e non riescono ad affrontare le cause alla radice del problema, stimando che il 5% dei giovani malesi siano in realtà tossicodipendenti.

L’inchiesta parla anche di liquidi per le sigarette elettroniche con sostanze allucinogene venduti a soli 100 Ringgit (circa 20 euro ndr) per bottiglia, in modo che gli adolescenti possano mettere insieme i soldi per comprarli. Alcuni spacciatori venderebbero addirittura 5-10 gocce di questo liquido per soli 10 Ringgit (appena 2 euro).     
Nel frattempo Amnesty Malaysia ha chiesto clemenza per Hoo Yew Wah, un giovane malese condannato per possesso di metanfetamine: ha subito abusi durante la custodia della polizia e attende nel braccio della morte ormai dal 2011. Appena pochi giorni fa la Malaysia ha compiuto un primo passo verso l'abolizione della pena di morte.

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