21/11/2016, 12.21
MALAYSIA
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Kuala Lumpur, 50mila in protesta per ottenere le dimissioni del premier Najib

Najib Razak è da anni al centro di uno scandalo. L’ “Onda gialla” marcia, canta e discute anche per ottenere la liberazione di Maria Chin Abdullah, presidentessa del Bersih. È  stata arrestata alla vigilia della marcia con accuse di estremismo. 

Kuala Lumpur (AsiaNews) – Il tormentato ma sprezzante primo ministro malaysiano Najib Razak ha ricevuto uno scottante appello da decine di migliaia di cittadini a rassegnare le proprie dimissioni per il suo presunto coinvolgimento in uno scandalo per un’appropriazione indebita multimiliardaria.

Vestiti con magliette gialle, il mastodontico gruppo – circa 50mila persone – in favore della democrazia, chiamato “Bersih” (che in malaysiano significa “pulito”) ha marciato per le strade della capitale.

Sabato 19 novembre,  la chiassosa “marcia dell’onda gialla”, della società civile ha visto centinaia di bandiere, cartelli e caricature domandare a gran voce le dimissioni di Najib, il quale negli ultimi mesi ha governato col pugno di ferro per rimanere al potere.

L’ex primo ministro malaysiano Mahatir Mohamad, veemente critico di Najib, si è unito ai manifestanti davanti alle Twin towers subito dopo essere arrivato dal Sudan.

Vestito della maglietta gialla del Bersih, il 91enne Mahatir ha affermato che “non siamo più una democrazia, siamo conosciuti come una ‘cleptocrazia’. È il momento di lavorare insieme per porre fine a questo governo crudele”.

Il vicepresidente del Bersih, Shahrul Aman Shaari, durante il discorso rivolto alla folla raggruppata vicino la moschea nazionale ha detto: “Noi non siamo qui per far cadere il Paese! Non siamo qui per rovesciare il governo, siamo qui per rafforzarlo!”

Al Bersih ha preso parte anche Fahmi Reza – documentarista, designer e artista di strada noto per aver fatto una caricatura da pagliaccio del volto di Najib –, e ha comunicato che “il nostro Paese sta venendo governato da pagliacci e delinquenti. Quindi sono qui per protestare contro il governo”.

Alcuni giorni prima della marcia, la polizia malaysiana ha avvertito che la protesta è illegale e che non avrebbero esitato a usare gas lacrimogeni e cannoni ad acqua in caso la situazione degenerasse.

In ogni caso, la manifestazione è terminata verso sera senza incidenti spiacevoli.

Sebbene quasi 7mila poliziotti fossero in servizio vicino alle aree delle dimostrazioni, il morale è rimasto alto fra i manifestanti, che svolgevano attivamente la protesta suonando tamburi, intonando cori, canti e ascoltando discorsi in favore di una Malaysia “pulita” e del potere popolare.

Najib è investito da critiche da quando il Wall Street Journal lo scorso anno ha riportato che quasi 700milioni di dollari Usa sono stati spostati dal fondo d’investimento 1Malaysia Development Berhad (1MDB) al conto corrente personale del primo ministro.

Ulteriori problemi sono sorti quest’anno, quando a luglio le cause legali intentate dal Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti hanno comunicato che circa 3,5miliardi di dollari Usa sono stati rubati dall’ 1MDB, – creato da Najib – e che alcuni di quei fondi erano stati trasferiti nei conti correnti del Malaysian Official 1, che i funzionari statunitensi e malaysiani dichiarato che il fondo è riconducibile a Najib.

Najib cercando di limitare le discussioni sullo scandalo ha preso provvedimenti sulle critiche licenziando il vice primo ministro, rimpiazzando il procuratore generale, sospendendo i giornali e bloccando siti web.

La presidentessa del Bersih, Maria Chin Abdullah – arrestata la vigilia della marcia – è stata imprigionata secondo la legge contro le minacce alla sicurezza malaysiana (misure speciali), o Sosma, come dichiarato sabato dai suoi avvocati.

Il Sosma è stato introdotto nel 2012, per proteggere il Paese dalle minacce degli estremisti.

Oggi, Zaid Ibrahim, ex ministro della United Malays National Organisation (Umno) scrive sul suo blog: “Maria è un’organizzatrice buona e senza paura, ispira i malaysiani ad essere coraggiosi. È  stato a causa del suo successo che i codardi l’hanno imprigionata. Dobbiamo fare tutto il possibile per sostenere la sua causa, perché è anche la nostra”.  Poi ha risposto a coloro che sul blog hanno affermato che il Bersih non ha portato a nulla dicendo che se davvero la manifestazione non ha avuto esiti concreti, non c’è bisogno di continuare a tenere Maria in stato di detenzione.  

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