Kirill: Dal Battesimo della Rus’, la vera rivoluzione
Il patriarca di Mosca ha celebrato per la prima volta dopo mesi nella cattedrale di Cristo Salvatore. La rivoluzione bolscevica ha cercato di cancellare la “rivoluzione” cristiana. “Ricordiamo i sogni dei rivoluzionari con un certo sorriso di compassione, poiché essi non ottennero nulla”. Appello a Erdogan perché rispetti Santa Sofia. In costruzione molte nuove chiese per soldati e poliziotti. La proposta di celebrare il 28 luglio il “Giorno della Russia”, la festa nazionale che ora si celebra il 12 giugno.
Mosca (AsiaNews) - Il 28 luglio si sono tenute in Russia le celebrazioni per il Battesimo della Rus’ di Kiev, avvenuto ad opera del principe Vladimir il Grande. Le manifestazioni sono state molto ridotte, per la pandemia ancora attiva nel Paese. Il patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev) ha presieduto però la Divina Liturgia nella cattedrale moscovita di Cristo Salvatore, in cui non tornava dal giorno di Pasqua. Egli ha rivolto i suoi auguri a tutto il popolo ortodosso in Russia e in Ucraina e in particolare al presidente Vladimir Putin, omonimo del principe battezzatore. La festa del Battesimo cade infatti nel giorno dedicato alla memoria di Vladimir di Kiev, morto il 28 luglio 1015, mentre il Battesimo del popolo nel fiume Dnepr si è tenuto il 1° agosto del 988.
Le parole del patriarca hanno molto colpito tutta l’opinione pubblica, anche se ha usato toni tipici retorici in stile sovietico. “Parlando nel linguaggio contemporaneo – ha detto Kirill - il Battesimo della Rus’, fu indubbiamente un evento rivoluzionario. Non solo, ma per le conseguenze che ebbe non si può paragonarlo a nessuna delle rivoluzioni successive, poiché il Battesimo ha cambiato radicalmente la vita del popolo, la sua cultura, il suo sistema di valori”. Paragonando l’evento con la rivoluzione bolscevica, ha aggiunto: “Noi sappiamo come la più minacciosa delle rivoluzioni, all’inizio del XX secolo nel nostro Paese, abbia cercato di cambiare questo sistema di valori, e di distruggere la fede ortodossa; ma nel XXI secolo, in questa ricostruita cattedrale di Cristo Salvatore, noi ricordiamo i sogni dei rivoluzionari con un certo sorriso di compassione, poiché essi non ottennero nulla”.
Il patriarca ha esortato i russi a rimanere fedeli all’antica scelta del principe, anche in nome del sangue dei martiri ortodossi del secolo scorso, e di amare “la nostra Patria, il nostro popolo, i nostri governanti e il nostro esercito”, rimanendo fedeli al dono della fede ricevuta. Secondo Kirill, il principe seppe pentirsi profondamente delle sue passate crudeltà nel paganesimo, “non come i gerarchi nazisti a Norimberga, che non erano affatto pentiti”, e oggi è l’occasione di un nuovo pentimento collettivo per tutto il passato sovietico, di un “nuovo inizio” nella vita del popolo russo da consegnare alle future generazioni.
Dal patriarca e di altri rappresentanti della Chiesa ortodossa russa in questi giorni non sono mancati nuovi appelli al presidente turco Erdogan, affinché rispetti la devozione cristiana della grande chiesa di Santa Sofia di Costantinopoli. In essa era stata battezzata, intorno al 950, la nonna del principe Vladimir, santa Olga, nel primo contatto diretto con l’impero bizantino. Prima della conversione del 988, come narra l’antica Cronaca del monaco Nestor, erano giunti a Costantinopoli i messi di Vladimir, dopo aver visitato ebrei, musulmani e cattolici, e rimasero estasiati dalla solennità della liturgia patriarcale di Santa Sofia: “Non sapevamo se ci trovavamo in cielo o in terra… Non avevamo mai visto tanta bellezza, e chi l’ha vista non può più vivere senza di essa”, riporta il testo della Cronaca, composto pochi anni dopo il Battesimo.
Il movimento ortodosso nazionalista delle “Quaranta quarantine” ha proposto di fissare al 28 luglio la data della festa nazionale, il “Giorno della Russia” che oggi cade il 12 giugno, data in cui il presidente Boris Eltsyn approvò la nuova costituzione della Federazione Russa nel 1991. Il patriarcato si è dichiarato favorevole alla proposta. In occasione della festa è stata inaugurata anche una nuova “chiesa militare” dedicata al principe Vladimir, la chiesa della Guardia Nazionale Russa (Rosgvardija), il corpo principale di gendarmeria e di supporto alla polizia, dipendente dal ministero degli Interni. Ad essa appartengono i reparti speciali antiterrorismo (Spetsnaz) e antisommossa (Omon), particolarmente solleciti in questi giorni per il diffondersi delle rivolte in solidarietà ai cittadini di Khabarovsk. La chiesa si trova nel quartiere di Balashika nella periferia di Mosca, e si stanno completando gli arredi interni, le icone e i mosaici. Il responsabile della costruzione, il deputato Vladimir Resin, incaricato dal patriarca di edificare 200 nuove chiese a Mosca, ha sottolineato l’importanza di rinnovare la “tradizione delle chiese dei reggimenti dello zar”, annunciando che altri luoghi di culto avranno speciali destinazioni ai corpi militari e di ordine pubblico; è quasi finita anche la chiesa della polizia cittadina, e l’anno scorso è stata inaugurata quella della polizia fluviale. I militari che difendono la patria e l’ordine, secondo Resin, “hanno bisogno di luoghi di preghiera e di quiete interiore, per svolgere il proprio compito sotto la protezione di Dio”.
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