Kirill si arrende: anche la Chiesa ortodossa russa in quarantena
Il patriarca giustifica il suo cambiamento d’opinione citando santa Maria l’Egiziaca, “che visse per 47 anni nel deserto nel più assoluto isolamento, osservando il digiuno”. Ma gli ortodossi più intransigenti lo accusano di cedimento alle “fobie dei senza Dio”. Il protoierej Georgij Mitrofanov: La gente non ha fiducia nel potere statale. I funzionari sono “pronti a diffondere qualsiasi menzogna”, pur di salvarsi. Putin come “guaritore miracoloso”. Un sistema di test che dà risultati entro 2 ore e mezza.
Mosca (AsiaNews) - Il patriarca di Mosca Kirill ha diffuso ieri una dichiarazione in cui raccomanda di non recarsi in chiesa, a causa dell’epidemia di coronavirus, e di attenersi rigorosamente alle disposizioni sanitarie delle autorità. Dopo essersi rifiutata per diversi giorni di chiudere le chiese, anche la Chiesa ortodossa russa ha deciso di attuare le misure di contenimento. Intanto, il numero dei positivi al coronavirus in Russia ha superato le 1500 persone, con 8 deceduti.
Nel cambiamento di opinione del patriarca gli ortodossi più intransigenti vedono un cedimento alle “fobie dei senza Dio”. Per giustificarsi, il patriarca ha citato un esempio del cristianesimo antico: “Non avrei mai detto una cosa del genere, se non avessi ricordato il meraviglioso e santo esempio di Maria l’Egiziaca”, ha commentato Kirill durante l’omelia nella cattedrale di Cristo Salvatore. Egli ha quindi ricordato la monaca eremita del IV secolo “che visse per 47 anni nel deserto nel più assoluto isolamento, osservando il digiuno”, ed è particolarmente venerata dalla Chiesa ortodossa e da quella copta. “Assumiamo anche noi il podvig [voto eroico] di non uscire dalle nostre case, come la santa che rimaneva nel suo deserto, anche quando moriva di sete”.
Il patriarca ha affermato che la minaccia della pandemia è “molto grave” e può diffondersi anche in Russia; per ora i cittadini non si rendono conto della serietà della situazione, che però risulta evidente guardando tanti altri Paesi nel mondo. A San Pietroburgo il governatore Aleksandr Beglov ha proibito di visitare i luoghi di culto per tutti i giorni di “vacanza forzata” decisi dal governo centrale, vale a dire fino al 5 aprile, nonostante le proteste dei sacerdoti ortodossi locali che si sono appellati alla legge sulla libertà di coscienza, opponendosi al divieto.
Il protoierej Georgij Mitrofanov (foto 1), docente di storia e teologia all’Accademia Teologica di San Pietroburgo, ha spiegato la riluttanza dei fedeli e del clero a rispettare le indicazioni delle autorità con la scarsa fiducia che la popolazione concede ad esse. “Il potere statale da noi è sempre stato molto indifferente ai bisogni delle persone, soprattutto negli ultimi decenni” – ha spiegato padre Georgij a Radio Svoboda – “Ci hanno sempre mentito, e mentono anche oggi, questo è evidente. Da noi ogni funzionario teme soltanto il funzionario che sta al di sopra di lui, non il popolo, e sono quindi pronti a diffondere qualsiasi menzogna, se serve a proteggersi. Questa è la nostra più grande differenza con la situazione dell’Italia e di tanti altri Paesi: da noi sanno mentire meglio”.
Una delle notizie più fantasiose che sta girando in questi giorni sui media russi, per fare un esempio, riguarda la “guarigione miracolosa” di un giovane all’ospedale di Kommunarka, avvenuta dopo l’incontro con il presidente Vladimir Putin. Il giovane ortopedico Dmitrij Garkavi, primario alla clinica Sechenov di Mosca, era finito il 19 marzo nel reparto di infettivologia di Kommunarka, l’ospedale nella periferia di Mosca, destinato ai pazienti colpiti dal coronavirus. Il 24 marzo Putin si era recato in visita ai malati, chiedendo se andasse tutto bene e se fossero soddisfatti delle cure mediche. Dopo di che Garkavi ha cominciato a guarire improvvisamente, e il traumatologo di Mosca Andrej Volna (amico di Garkavi) ha diffuso un post su Facebook, affermando che non è possibile guarire così velocemente dalla polmonite. Lo stesso Garkavi, peraltro, ha smentito le interpretazioni miracolose della sua guarigione, raccontando di continuare il decorso delle cure e di attendere il terzo tampone per essere sicuro della negatività al coronavirus.
L’Osservatorio Sociale di Russia ha osservato che circa il 20% dei positivi in Russia non ha avuto contatti con l’estero, né viaggiando, né incontrando persone provenienti da altri Paesi. Nel frattempo è stato messo a punto un sistema che permette di verificare a fondo l’eventuale presenza del virus in due ore e mezza. Il presidente del consiglio, Mikhail Mishustin, ha proposto di applicare in tutto il Paese le misure più severe, come quelle decise nei giorni scorsi dal sindaco di Mosca Sergej Sobjanin, che ha deciso il controllo dei moscoviti attraverso gli smartphone. In questi giorni egli sta emergendo come la figura più autorevole tra i dirigenti politici russi (a sin. nella foto 2).
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