Kim Jong Il: declino del culto della personalità in atto già da mesi
Seoul (AsiaNews/Agenzie) In Corea del Nord, il declino del culto della personalità di Kim Jong Il era in atto già da mesi. Fonti anonime interne all'esercito sudcoreano hanno dichiarato che già a luglio, per la commemorazione del 10° anniversario della morte del padre, Kim Il-Sung, Kim Jong Il aveva ordinato alla popolazione di non indossare più i suoi distintivi; la stessa fonte parla di ordini per interromperne la produzione già dal 2003. Lo ha riferito il quotidiano sudcoreano Joongang Ilbo.
Yang Jong-Hwa, portavoce del ministro per l'Unificazione, ha confermato che i nordcoreani, che viaggiano verso la Cina "hanno smesso di indossare il distintivo raffigurante Kim Jong Il". I media locali raccontano che l'usanza sarebbe decaduta anche tra gli uomini d'affari e diplomatici.
L'episodio rafforza le voci circolanti da più di una settimana sul possibile cambio ai vertici del regime, suscitando l'allarme dei Paesi confinanti. Fonti da Washington parlano di un dispiegamento di 10 mila soldati cinesi lungo il confine, ma Pechino smentisce.
Anche il Giappone sta considerando l'ipotesi del collasso della leadership nordcoreana. Secondo i media locali, il governo giapponese ha studiato, già da 10 anni, un piano d'emergenza per affrontare la minaccia. Tokyo ne ha negato l'esistenza e il premier Junichiro Koizumi ha dichiarato che ci sono ancora spazi per il dialogo. Il Chosun Shinbo, quotidiano con sede a Tokyo e diretto dalla filogovernativa Associazione generale dei coreani residenti in Giappone, ha dichiarato che militari e civili nordcoreani sono vicini al loro leader contro quella che essi definiscono l'ostilità americana.
Intanto la Cina questa settimana ha reso noto che 130 nordcoreani si sono rifugiati nell'ambasciata della Corea del Sud a Pechino. Al momento, si pensa siano 300 mila i nordcoreani, che vivono in Cina aspettando di raggiungere la Corea del Sud.