Kerala: il governo (comunista) vuole riconciliare la Chiesa ortodossa siriaca e quella siriaca giacobita
Da decenni, le due comunità ortodosse lottano per il possesso delle chiese e delle proprietà. I giacobiti vengono esclusi perché seguaci di un rito “straniero” (quello antiocheno). La controversia sulle proprietà della Chiesa coinvolge 1700 edifici sacri. Dopo scontri, manifestazioni e scioperi della fame, ora il governo keralese ha aperto un tavolo didiscussione per risolvere la situazione. La Chiesa cattolica ha aperto le sue chiese ai giacobiti.
Kochi (AsiaNews) - Per la prima volta nella storia delle Chiese cristiane, un governo guidato dal Partito comunista – quello del Kerala – cerca di mettere pace fra due Chiese orientali: la Chioesa ortodossa siriaca e la Chiesa ortodossa siriaca giacobita. Lo scorso 22 settembre il Chief Minister del Kerala, Pinarayi Vijayan, ha chiamato i rispettivi capi delle Chiese per aprire una discussione e risolvere dispute che durano da decenni.
La Chiesa ortodossa siriaca e quella giacobita erano un’unica Chiesa ortodossa fino al 1912, quando si sono divise; la prima dichiarando l’autocefalia e seguendo il rito caldeo; l’altra rimanendo sotto l’autorità del Patrircato di Antiochia e seguendo il rito siriaco occidentale.
Per diversi anni, dopo la divisione, vi è stata collaborazione e amicizia fra le due comunità, che al momento radunano ognuna circa 500mila fedeli. Ma a poco a poco è emerso un problema legato alle proprietà degli edifici ecclesiastici e alle altre proprietà. La Chiesa ortodossa siriaca afferma che essendo legati a un Patriarcato “straniero” come quello di Antiochia, i giacobiti non hanno diritto ad alcuna proprietà in India e per questo molte chiese antiche, un tempo usate dai giacobiti, sono state espropriate.
A causa di ciò, in molti luoghi i cristiani giacobiti, sacerdoti e fedeli, hanno cercato di occupare le chiese, manifestando nelle strade e facendo sit-in. Alcuni di loro sono stati arrestati dalla polizia perché disturbavano l’ordine pubblico (foto 2). In seguito gruppi di fedeli sono ricorsi allo sciopero della fame come strumento di dimostrazione. La controversia fra ortodossi e giacobiti sulle proprietà della Chiesa coinvolge 1700 edifici sacri.
A seguito di tanti episodi di conflitto, la Corte suprema ha chiesto al governo di prendere il controllo delle chiese e trovare un accordo. Dopo l’incontro del 22 settembre, le due parti hanno deciso di rivedersi il 5 ottobre prossimo.
Per venire incontro ai bisogni delle comunità giacobite, il card. Isaac Cleemis, arcivescovo maggiore della Chiesa cattolica siro-malankarese, ha stabilito che tutte le chiese cattoliche siano aperte per ospitare i riti delle comunità giacobite.
La Chiesa cattolica siro-malankarese trae le sue origini dai “cristiani di san Tommaso” che resistettero alla latinizzazione imposta dai coloni portoghesi nel XVI secolo, facendo parte della Chiesa ortodossa. Nel 1930, un gruppo di fedeli e religiosi, guidati da Gee Varghese Mar Ivanios, si riunì con la Chiesa cattolica. Anche i fedeli di questa Chiesa ruotano attorno al mezzo milione di fedeli.
Il 21 settembre scorso, la Chiesa cattolica siro-malankarese, che segue il rito antiocheno come i giacobiti, ha celebrato i suoi 90 anni dalla riunione con la Chiesa cattolica universale.
P. Abhilash, che opera nella diocesi di Mavelikkara, dice ad AsiaNews: “Le chiese cattoliche del Kerala hanno già espresso la loro solidarietà ai fedeli giacobiti. Essi sono fratelli e sorelle della Chiesa siro-malankarese. Anche loro hanno diritto di preservare la loro fede in un Paese laico come l’India. La decisione di aprire le nostre chiese ai giacobiti è un modo per esprimere l’unità e la fraternità”.