Kerala: Scioccata e spaventata la comunità di pescatori dopo l'incidente coi marò
Quilon (AsiaNews) - Scioccata e spaventata. Si descrive così comunità di Quilon, 48.501 cattolici su una popolazione totale di 5,3 milioni di persone, dopo l'uccisione dei due pescatori del Kerala per mano (forse) dei marò italiani. "Nessuno qui è contro il governo o i militari italiani", ribadisce ad AsiaNews p. Stephen G. Kulakkayathil, segretario generale del Kerala Region Latin Catholic Council e sacerdote parrocchiano della diocesi di Quilon. "Vogliamo solo che cose del genere non accadano più in futuro". Jelestein, una delle due vittime, apparteneva proprio a questa diocesi. Ha lasciato due figli, entrambi maschi, uno di 17 anni e uno di 8. Sua moglie non ha un lavoro, ma il governo del Kerala avrebbe promesso di trovargliene uno. Intanto, a lei e alla vedova di Pinku arriveranno 500mila rupie di risarcimento stipulate dalle autorità indiane.
Queste iniziative non sembrano però alleviare il dolore per quanto accaduto né il senso di paura che serpeggia nella comunità. "La maggior parte di loro - spiega il sacerdote - sono pescatori per tradizione. Nel tempo, hanno dovuto usare barche a motore, perché vicino alla costa non si trova più molto pesce e hanno bisogno di spingersi più al largo. Ci sono sempre stati incidenti con le barche, per mare mosso, scogli o altri imprevisti. Qualcuno ha anche perso la vita. Ma mai nessuno è stato vittima di sparatorie. Per loro è come essere in un incubo. Il governo deve fare qualcosa per garantire sicurezza in mare".
La Chiesa locale è poi molto critica nei confronti del clamore mediatico dato all'aspetto diplomatico della vicenda. "Come diocesi - aggiunge p. Kulakkayathil - chiediamo e vogliamo che queste famiglie possano sistemarsi e sentirsi al sicuro. Condanniamo l'uso politico che si sta facendo di questo tragico incidente, perché svilisce il valore dell'essere umano. Bisogna riportare al centro di tutto l'uomo e i suoi bisogni: che si debba individuare con certezza chi sono i colpevoli, o si voglia dare un sostegno a queste famiglie. Apprezziamo le dichiarazioni di solidarietà lanciate dal governo del Kerala, ma rimaniamo fermi nel cercare tutto l'aiuto possibile per queste famiglie".
Sebbene abbia scosso la comunità di Quilon, la vicenda ha un risvolto positivo. Esortati dalla Chiesa, i pescatori sembrano aver messo da parte le differenze etniche e sociali che li tenevano lontani, e stanno ritrovando una nuova unità. "È normale - commenta il sacerdote - che tragedie simili facciano dimenticare vecchi dissapori. Noi li stiamo aiutando comprendere il valore di questa unione, perché si muovano insieme per il bene comune". (GM)
09/04/2021 14:54