Kerala, primo matrimonio non endogamico tra i Knanaya
L'arcieparchia di Kottayam costretta da una sentenza della giustizia civile a non escludere chi sposa una persona esterna alla comunità. La rigidissima e contestata regola mirava a salvaguardare l'identità etnica di un gruppo che fa risalire le proprie radici a 72 famiglie di migranti ebreo-cristiani provenienti dalla Mesopotamia giunte in India 17 secoli fa.
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - Per la prima volta una parrocchia dell’arcieparchia di Kottayam in Kerala ha autorizzato ufficialmente un matrimonio di un proprio fedele con una donna esterna alla comunità Knanaya, ponendo fine alla rigidissima e contestata regola dell’endogamia che durava ininterrotta da 17 secoli e si applicava anche a fidanzamenti con cattolici di altre comunità.
È successo nella chiesa Knanaya di Sant’Anna nel villaggio di Kottody, solo dopo che nel marzo scorso l’Alta Corte del Kerala ha rigettato un’istanza dell’arcidiocesi contro un’ordinanza di un tribunale civile che nel 2021 aveva decretato come “illegale” la pratica in uso di espellere dalla Chiesa chi non sposava persone all’interno della comunità Knanaya. In forza di questa regola rigidissima - tesa a salvaguardare una specifica identità etnico-religiosa - migliaia di persone si sono sposate in altre diocesi o all’estero, ritrovandosi però esclusi dalla propria comunità. La stessa Congregazione per le Chiese Orientali da tempo aveva chiesto la fine di questa forma di endogamia, ma fino alle sentenze dei tribunali civili - chiamati in causa da alcuni fedeli - l’arcidiocesi di Kottayam non aveva ceduto.
Ora invece Justin John, un autista di rickshaw, ha ottenuto dal parroco il "kalyana kuri" (la lettera di permesso) per le nozze con Vijimol Shaji, che dovrebbero tenersi a metà maggio nella chiesa di San Francesco Saverio di Kottody, che ricade sotto la giurisdizione dell'arcidiocesi di Tellicherry. "Sono felice di non perdere la mia appartenenza alla Chiesa", ha detto John al sito cattolico indiano Matters India, citando tutte le difficoltà incontrate. “La lettera è arrivata solo due giorni prima del fidanzamento ufficiale – ha raccontato -. E fino all’ultimo qualcuno ha cercato di convincere la famiglia della mia sposa ad annullare il matrimonio, ma loro non hanno ceduto alle pressioni”.
La comunità dei Knanaya fa risalire le proprie origini a un gruppo di migranti ebreo-cristiani provenienti dalla Mesopotamia: 72 famiglie che secondo la tradizione sarebbero sbarcati sulle coste del Kerala nell’anno 345 d.C. Rivendicano di aver mantenuto “la purezza del proprio sangue” attraverso l’endogamia. E ancora nell’ultimo ricorso presentato all’Alta Corte del Kerala - citato da Matters India - l’arcidiocesi paventava il rischio di “distruggere l'identità etnica della comunità causando un grande malcontento”.
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