Kerala, integralisti indù convertono “in modo forzato” 39 dalit cristiani
Alappuzha (AsiaNews) – Queste “sono conversioni forzate, che vengono fatte grazie al desiderio dei vantaggi che vengono concessi ai dalit indù, sikh e buddisti”. Con queste parole Sajan Goerge, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) commenta ad AsiaNews la conversione di 39 dalit (senza casta) appartenenti ad 11 famiglie cristiane, organizzata dal partito fondamentalista indù The Viswha Hindu Parishad (Vhp) lo scorso 19 luglio nell’Alappuzha, distretto del Kerala.
La cerimonia di ri-conversione all’induismo (ghar wapsi) – a cui hanno partecipato molti leader del Vhp – si è tenuta fra le sei e le 10 del mattino nel tempio di Nallaveetil Bhadrakali, vicino a Cheriyanadu. Preghiere tradizionali come il “ganapathi homam” e il “shudhi homam” sono state pronunciate come rito purificatore e ai convertiti è stato chiesto di recitare il Gayathri Manthra (uno dei mantra più famosi del Veda) a conclusione del rituale.
Prathap G. Padickal, capo del Vhp del distretto di Alappuzha e organizzatore principale dell’evento, ha dichiarato: “Noi andiamo avanti con la nostra iniziativa e molte altre famiglie di altre religioni verranno presto convertite all’induismo. Veniamo contattati da molte persone che voglio tornare alla loro fede d’origine”.
Il distretto di Alappuzha è stato il centro nevralgico di queste attività. Il primo “ghar wapsi” del Kerala si è tenuto vicino ad Haripad il 21 dicembre dell’anno scorso, quando 30 dalit cristiani hanno abbracciato l’induismo.
I dalit cristiani – gran parte dei quali proviene da comunità pentecostali e da altre confessioni non-cattoliche e non-siriane – sono esclusi dai vantaggi di cui godono le comunità dalit induiste, e sono quindi un obbiettivo facile per il Vhp.
Sajan George ha aggiunto: “Gli uomini del Vhp hanno preso di mira i dalit perché appartengono alla classe più bassa della piramide sociale”. Inoltre, continua l’attivista, “garantire vantaggi ai dalit indù, sikh e buddhisti [e non ai cristiani] è discriminatorio e va contro la costituzione, che garantisce agli articoli 14, 15 e 16 un trattamento equo per tutte le religioni”. “Un altro aspetto importante – conclude – è che questi ghar wapsi sono causa di disarmonia nelle comunità e gettano la zizzania tra la gente”.
20/09/2017 10:34