Kerala, anche a una suora il permesso di abbattere i cinghiali
Suor Jophy Jose, superiora del convento delle suore della Madre del Carmelo, si era rivolta all'Alta Corte insieme ad altri agricoltori della zona. "Distruggono i nostri raccolti. Non potevamo continuare a rimanere in silenzio".
Kochi (AsiaNews) - C'è anche una suora carmelitana tra i 12 agricoltori a cui l'Alta Corte dello Stato indiano del Kerala ha assegnato il permesso di abbattere i cinghiali che devastano i campi. Protagonista dell'insolita ordinanza è suor Jophy Jose, che nel distretto di Kozhikode è la superiora del convento della Congregazione della Madre del Carmelo, un istituto religioso siro-malabarese della famiglia carmelitana. Il convento delle suore è circondato da un terreno di 4 acri, dove le religiose coltivano noce moscata, tapioca e patate; ma il raccolto è sempre più spesso compromesso dai cinghiali, al punto che le mandrie, ormai stazionano, nella zona.
“Non ho un fucile o il porto d'armi - ha commentato la religiosa - né sono una tiratrice provetta. Mi sono solo rivolta al tribunale insieme agli altri agricoltori della zona con l'unico obiettivo di porre fine a questa minaccia che sta minando i nostri sforzi ormai da anni”.
Suor Jophy Jose viene da una famiglia di agricoltori di Iritty, nel distretto di Kannur. Le suore avevano provato a difendere le piante della noce moscata costruendo un recinto intorno, ma il raccolto della tapioca è stato comunque in gran parte distrutto. Gli agricoltori avevano sollevato la questione, ma il ministro delle Foreste del Kerala l'aveva sminuita. Di qui il ricorso all'Alta Corte che ha ora concesso loro di utilizzare “ogni mezzo” per porre fine alla minaccia. “Non potevamo continuare a rimanere in silenzio - ha spiegato la suora carmelitana - dopo aver faticato tanto per far crescere le piante e irrigarle costantemente. Coltivare la terra è diventato ormai impossibile finché restano i cinghiali”.
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