Kazakistan, modifiche alle leggi sulla libertà religiosa
Anche se le autorità dicono che non ci saranno peggioramenti, molti gruppi protestanti temono maggiori limitazioni per la loro attività. Le piccole comunità sono spesso vessate con multe e tempi lunghi per ottenere le necessarie autorizzazioni.
Astana (AsiaNews/Forum18) Il Comitato per la sicurezza nazionale del Kazakistan (Knb) vuole modificare entro l'anno la legge sulla libertà religiosa. C'è preoccupazione in molte comunità religiose, anche se Askar Amerkhanov, vice presidente operativo del Centro antiterrorismo del Knb assicura che "i cambiamenti non danneggeranno i fedeli".
L'agenzia Forum 18 ha ricordato ad Amerkharov che il 15 settembre ha annunciato la volontà di contrastare i gruppi religiosi ritenuti avere "effetti distruttivi sulle persone". Il funzionario ha risposto, il 23 ottobre, che le sue parole sono state "riportate in modo distorto".
Amanbek Mukhashev, vice presidente del Comitato per gli affari religiosi del ministero della Giustizia, ha detto che tra i gruppi ritenuti "dannosi" "non ci sono organizzazioni cristiane. Il Kazakistan è uno Stato di diritto e solo il tribunale può stabilire se un'organizzazione sia dannosa".
I gruppi religiosi temono possibili restrizioni all'attività missionaria e divieti per i contributi dei fedeli. Aleksandr Klyushev, presidente dell'Associazione delle organizzazioni religiose, teme che le modifiche "causeranno grandi difficoltà alla chiese protestanti".
Lo Stato ha introdotto nel 2005 drastiche limitazioni alla libertà religiosa, rendendo obbligatoria la registrazione e l'approvazione statale per ogni attività e materiale religioso, al dichiarato fine di tutelare la "sicurezza nazionale" e di "combattere l'estremismo".
Ma la legge non chiarisce cosa siano "l'estremismo" e "la sicurezza nazionale", per cui c'è sempre il pericolo che sia utilizzata per colpire associazioni religiose non gradite. Molti piccoli gruppi protestanti incontrano difficoltà ad ottenere la necessaria registrazione e i fedeli subiscono pesanti multe per "attività illegale", spesso consistente in funzioni religiose tenute senza autorizzazione.
Franz Tiessen, capo dell'Unione dei cristiani battisti kazaki, racconta che molte comunità "aspettano da oltre un anno" la chiesta registrazione, specie nelle regioni meridionali come Jambyl e Chimkent. Intanto diversi fedeli sono stati multati da 13 mila a 20 mila tenges (tra 80 e 125 euro) per attività religiosa illegale. Uno stipendio mensile medio è di circa 31.500 tenge (200 euro).
Fonti locali riferiscono che a Chimkent un gruppo pentecostale è stato registrato come affiliato di una chiesta di Almaty dopo 2 anni e mezzo dalla richiesta. "Se loro [le autorità] vedono che il pastore ha un nome kazako riferisce la fonte a Forum 18 ci sono sempre difficoltà". "Chi si converte al cristianesimo incontra molte pressioni, sia dai parenti che da funzionari pubblici".
Su una popolazione di 14, 29 milioni di abitanti, il 42,7% dei kazaki è musulmano; i cristiani sono il 16%; i cattolici sono circa 200 mila. In generale l'Islam kazako è moderato, ma ci sono spinte fondamentaliste provenienti da Afghanistan, Pakistan e Uzbekistan. (PB)