13/01/2020, 09.09
NEPAL
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Kathmandu: No a Ong che ‘danneggiano’ gli interessi di Cina e India

Il Social Welfare Council sta vagliando una nuova strategia politica che si rifà a quella di politica estera sul bilanciamento delle relazioni con le potenze confinanti. Al confine con l’India ci sono diverse madrasse islamiche finanziate da Qatar, Arabia saudita e Turchia. La Cina teme i movimenti dei tibetani.

Kathmandu (AsiaNews/Agenzie) – Il governo di Kathmandu vuole mettere al bando le Ong internazionali che potrebbero “danneggiare” le relazioni con le due superpotenze confinanti, Cina e India. Lo riferiscono funzionari del governo che citano una nuova strategia di politica sociale, tesa a tutelare gli interessi dei Paesi vicini. Nello specifico, per mantenere buoni rapporti con Delhi, la priorità – dicono le fonti – è contrastare il terrorismo e le attività criminali transfrontaliere; per Pechino, è importante impedire la fuga dei tibetani attraverso il Nepal.

Funzionari locali riferiscono al Kathmandu Post che la nuova strategia politica in tema di progetti sociali è al vaglio del Social Welfare Council: il cuore della legge si fonda sulla dinamica già applicata in politica estera, cioè “mantenere equilibrate le relazioni” con India e Cina. Per farlo, qualsiasi progetto contrario a uno dei due Paesi, dovrebbe essere cancellato.

Il documento descrive il Nepal come “un Paese senza sbocchi sul mare, con due grandi Paesi a nord e a sud con vaste popolazioni”. Durga Prasad Bhattarai, dell’ufficio comunicazione del Consiglio, riferisce che “l’obiettivo della legge proposta è riaffermare che il governo del Nepal è preoccupato per la mobilitazione strategica delle organizzazioni non governative in particolare nelle regioni di confine, per costruire madrasse [scuole islamiche, ndr] e monasteri”.

Il Consiglio riporta che le scuole coraniche alla frontiera con l’India ricevono fondi da Paesi a maggioranza islamica come Qatar, Arabia saudita e Turchia. Rajendra Kumar Poudel, segretario del Consiglio, ammette che l’India ha sollevato preoccupazioni sulla massiccia presenza di madrasse al confine, che potrebbero aumentare la proliferazione dell’estremismo.

Poudel fa sapere che il governo nepalese ha iniziato “lo scrutinio dell’origine dei fonti e la natura dei programmi condotti all’interno delle scuole”. Ad ogni modo, “è sbagliato dipingere allo stesso modo tutte le scuole coraniche. Ce ne sono alcune nelle zone di Morang e Sunsari che impartiscono una buona educazione e molte altre che attirano studenti dalle periferie”.

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