21/09/2016, 12.33
NEPAL
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Kathmandu, maoisti piazzano bombe in 10 scuole private: due arresti

di Christopher Sharma

I responsabili fanno parte di una cellula comunista guidata da un leader maoista latitante. Da tempo il gruppo estorce denaro alle scuole private. Le bombe sarebbero una ritorsione contro quelle che non hanno voluto pagare. Ora i genitori non vogliono mandare a scuola i figli.

Kathmandu (AsiaNews) – Due giovani comunisti ed ex guerriglieri maoisti hanno piazzato ordigni esplosivi in 10 scuole private della capitale nepalese. Due bombe sono esplose, mentre le altre otto sono state disinnescate. Le esplosioni non hanno causato né feriti né vittime. Dietro il gesto ci sarebbe un movente di natura economica: la polizia ha dichiarato che i giovani avevano tentato di estorcere denaro alle istituzioni private. Lacche Bahadur KC, presidente dell’Associazione delle scuole private, riferisce: “L’esplosione ha seminato il terrore in tutto il settore. Non possiamo insegnare sotto la minaccia del terrorismo”.

Il presidente ha aggiunto che se il “governo non attuerà serie misure, saremo costretti a cedere le nostre scuole alle autorità pubbliche”. Anche la Commissione nazionale per i diritti umani ha chiesto a Kathmandu una risposta immediata, dato che l’incidente “ha violato il diritto degli alunni di studiare in un ambiente sicuro e pacifico”. “Chiediamo – ha aggiunto – che tutti i partiti assumano l’impegno di dichiarare le scuole ‘zone di pace’”.

Le esplosioni sono avvenute ieri. I due arrestati sono stati identificati come Chandra Bahadur Tamang e Shankar Lakhe. Essi hanno dichiarato di appartenere ad una organizzazione sorella del gruppo comunista Young Communist Force and All Nepal Maoist Center.

Pratap Singh Thapa, capo della polizia della Divisione metropolitana di Kathmandu, ha spiegato che “ci sono altri sospettati irrintracciabili. Nell’area abbiamo trovato dei documenti che attestano che i due arrestati erano dei guerriglieri maoisti”. Il capo della polizia ha aggiunto che essi hanno “imparato a fabbricare bombe durante l’insurrezione maoista e hanno importato il materiale esplosivo dall’India”.

Le indagini hanno rivelato che Chandra Bahadur Tamang era emigrato per lavoro in Malaysia, ma da cinque anni era ritornato in Nepal. Entrambi gli attentatori farebbero parte della cellula guidata dall’ex vice comandante maoista Devendra Singh Mahat, al momento latitante.

La polizia ha dichiarato che l’azione terroristica non avrebbe motivazioni politiche, quanto economiche. Il gruppo è famoso perché prende di mira le scuole private estorcendo denaro. Anche quelle dove ieri sono state ritrovate le bombe erano state oggetto di estorsione, ma si erano rifiutate di consegnare i soldi.

Ora i genitori dei bambini che frequentavano le scuole sono terrorizzati e rifiutano di mandare a scuola i propri figli. Dharmaraj Devkota, presidente della School Guardian Association, afferma: “Non ci sentiamo al sicuro. Chiediamo al governo di garantire la nostra sicurezza”.

Tomoo Hozumi, rappresentante Unicef in Nepal, ha condannato l’episodio e ha dichiarato: “I bambini meritano di imparare e crescere in un ambiente sicuro, sia che vadano in scuole pubbliche che private. Le scuole devono essere rifugi sicuri”.

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