Kathmandu, cristiani in sciopero della fame per chiedere un cimitero
In questi ultimi anni, Kathmandu ha subito una grande speculazione edilizia. Ciò ha limitato la disponibilità di terreni liberi e ridotto le aree un tempo destinate ai cimiteri per cristiani e altre minoranze, costringendoli a seppellire più cadaveri nella stessa tomba. Per risolvere il problema, nel 2009 le autorità hanno concesso ai cristiani la foresta di Shleshmantak vicino al tempio indù di Pashupatinath. La decisione ha scatenato le proteste degli indù anche in altre regioni del Paese e costretto il governo locale a vietare l’utilizzo della zona. Di recente per ordine della Corte suprema il divieto è stato tolto. Tuttavia, polizia e autorità del tempio impediscono le sepolture.
Sunder Thapa, organizzatore della protesta e responsabile del Comitato di consulenza cristiano per la nuova costituzione, sottolinea che lo sciopero della fame andrà avanti se il governo continuerà a ignorare le richieste. “Perché le autorità ci trattano come se non fossimo cittadini – afferma - e ci negano il diritto di seppellire i nostri morti?”.
L’attivista sottolinea che ai cristiani interessa solo aver un luogo dove commemorare i defunti in modo dignitoso. “A noi – continua – non interessa l’area del tempio di Pashupatinath e siamo disposti a rinunciare al terreno, se la comunità indù non è d’accordo”. “Tuttavia – aggiunge – il governo deve indicarci un luogo dove poter edificare il nostro cimitero in tutti i distretti del Nepal”.
In Nepal oltre 70% della popolazione è di religione indù e per tradizione i morti vengono cremati e non seppelliti. I cristiani sono circa il 3% e insieme ad altre minoranze i loro cimiteri sono allestiti in terreni acquistati con i soldi dei fedeli.