Kashmir, scontri nelle elezioni straordinarie: 8 morti e centinaia di feriti
Il voto si è svolto in tre distretti per sostituire un membro dell’Assemblea statale. I manifestanti indicono un boicottaggio fino a domani. Servizi di internet sospesi fino al 12 aprile. La partecipazione elettorale si ferma al 7,14%.
Srinagar (AsiaNews/Agenzie) – È di almeno otto morti e 200 feriti il bilancio degli ultimi scontri tra separatisti e forze di sicurezza in Kashmir. Le violenze sono avvenute ieri, in concomitanza con una tornata elettorale straordinaria per assegnare un posto rimasto vacante all’Assemblea statale. La prima conseguenza delle violenze è stata una bassissima partecipazione al voto, con una percentuale che si è fermata al 7,14%. Le autorità hanno poi sospeso i servizi di comunicazione internet fino al 12 aprile, mentre i manifestanti hanno deciso di continuare il boicottaggio fino a domani.
Nello Stato indiano la popolazione era chiamata ad eleggere il sostituto di Tariq Hameed Karra, del Jammu and Kashmir Peoples Democratic Party (Pdp), dimessosi lo scorso anno in dissenso con le proteste in corso nello Stato. Fayaz Ahmad, uno dei manifestanti, ha dichiarato: “Come possono i partiti politici aspettarsi che noi andiamo alle urne, quando solo qualche mese fa diversi giovani sono stati uccisi nel nostro villaggio?”. Un altro ha aggiunto: “Il boicottaggio manda un messaggio chiaro ai politici senza etica. Nelle ultime elezioni, il Pdp ha ottenuto voti con la promessa di tenere lontano dalla politica il Bjp (Bharatiya Janata Party), ma ora si sono coalizzati. Anche altri partiti hanno fatto gli stessi errori in passato. Vogliono prendere in giro la gente comune”.
I separatisti sono scesi per le strade dei tre distretti impegnati nelle operazioni di voto – Srinagar, Budgam e Ganderbal – e hanno invitato la popolazione a boicottare le urne. Come forma di protesta hanno lanciato sassi e altro materiale contro la polizia. Gli agenti hanno risposto aprendo il fuoco. Shantmanu, capo dell’ufficio elettorale del Jammu e Kashmir, riporta che ci sono stati “più di 200 episodi di violenze, soprattutto nel distretto di Budgam. I manifestanti hanno lanciato pietre, bombe carta, appiccato il fuoco contro delle sezioni elettorali, autoveicoli e tentato di dare alle fiamme anche due cabine elettorali. Non è un giorno positivo per tutti noi”.
La chief minister Mehbooba Mufti ha espresso dolore per il fatto che la maggior parte delle vittime siano adolescenti. Nei mesi scorsi molti giovani hanno partecipato agli scontri con polizia e forze governative in seguito all’uccisione del famoso militante separatista Burhan Wani. Numerosi sono stati gli appelli alla pace e alla convivenza pacifica, primo tra tutti quello della Chiesa cattolica indiana. Il Kashmir è un territorio conteso tra India e Pakistan fin dal 1947, quando è avvenuta la separazione tra i due Paesi. Il bilancio dell’ultima ondata di violenze è drammatico: più di 90 vittime e oltre 12mila feriti, tra i quali tanti bambini.