Karnataka: gesuiti e scuole nel mirino dei nazionalisti indù
di Nirmala Carvalho
Tre attacchi tra il 2011 e i primi mesi del 2012 al St. Joseph’s PU College di Anekal. I religiosi non avrebbero esposto la bandiera nazionale nella Festa della repubblica, ma il preside ha sempre smentito. Silenzio di polizia e autorità. Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic): “Il loro obiettivo è terrorizzare la comunità cristiana”.
Anekal (AsiaNews) – “L’obiettivo degli ultranazionalisti indù è terrorizzare la minoranza cristiana e creare tensione all’interno della comunità”. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), denuncia il clima di paura in cui vivono i cristiani di Anekal, una città del Karnataka. Nel mirino degli estremisti ci sono i gesuiti e la loro scuola, il St. Joseph’s PU College. Dal 2011, missionari, insegnanti e studenti dell’istituto hanno subito tre attacchi, per mano di attivisti dell’Akhil Bhartiya Vidyarthi Parishad (Abvp), organizzazione studentesca affiliata al Bharatiya Janata Party (Bjp), partito ultranazionalista al governo. Il Bjp sostiene gruppi appartenenti al movimento estremista indù del Sangh Parivar, come il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), il Vishwa Hindu Parishad (Vhp) o il Bajrang Dal, responsabili di violenze contro dalit e cristiani.
L’ultimo episodio risale al 9 febbraio scorso, quando il tahsildar (funzionario di distretto) di Anekal ha convocato una riunione della Commissione per la pace. Durante l’incontro, più di 100 attivisti dell’Akbvp hanno interrotto in continuazione gli interventi di sei sacerdoti gesuiti lì presenti, insultandoli per non aver issato la bandiera nazionale nel giorno della Festa della repubblica. Alcune immagini dell’evento trasmesse dalla televisione locale, mostravano gli attivisti picchiare il preside del St Jospeh College, p. Melvin Mendonca, sotto gli occhi del tahsildar e della polizia. Gli aggressori hanno poi fatto sfilare il gesuita per la città, fino alla stazione di polizia. Quando altri sacerdoti hanno cercato di far notare al tahsildar cosa stesse accadendo, uno degli attivisti ha urlato: “Provateci con i vostri amici in America. Qui, siamo noi a dare le regole”.
Con l’accusa di non aver issato la bandiera nazionale, già il 27 gennaio scorso membri dell’Akbvp avevano picchiato studenti e insegnanti del St Joseph College. Il preside ha sempre respinto l'accusa, spiegando che il simbolo era stato esposto nel campus di Jnana Jyoti, sede principale dell’istituto. Nell’istituto, il 60% degli studenti sono dalit indù, mentre il restante sono cristiani e musulmani.
“Dopo quest’ulteriore attacco – spiega Sajan George ad AsiaNews – la comunità cristiana si sente spaventata, insicura e abbandonata. Gli attivisti indù continuano ad attaccare, forti del loro alleato politico: il governo Bjp del Karnataka”.
L’ultimo episodio risale al 9 febbraio scorso, quando il tahsildar (funzionario di distretto) di Anekal ha convocato una riunione della Commissione per la pace. Durante l’incontro, più di 100 attivisti dell’Akbvp hanno interrotto in continuazione gli interventi di sei sacerdoti gesuiti lì presenti, insultandoli per non aver issato la bandiera nazionale nel giorno della Festa della repubblica. Alcune immagini dell’evento trasmesse dalla televisione locale, mostravano gli attivisti picchiare il preside del St Jospeh College, p. Melvin Mendonca, sotto gli occhi del tahsildar e della polizia. Gli aggressori hanno poi fatto sfilare il gesuita per la città, fino alla stazione di polizia. Quando altri sacerdoti hanno cercato di far notare al tahsildar cosa stesse accadendo, uno degli attivisti ha urlato: “Provateci con i vostri amici in America. Qui, siamo noi a dare le regole”.
Con l’accusa di non aver issato la bandiera nazionale, già il 27 gennaio scorso membri dell’Akbvp avevano picchiato studenti e insegnanti del St Joseph College. Il preside ha sempre respinto l'accusa, spiegando che il simbolo era stato esposto nel campus di Jnana Jyoti, sede principale dell’istituto. Nell’istituto, il 60% degli studenti sono dalit indù, mentre il restante sono cristiani e musulmani.
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