Karnataka, radicali indù contro una statua di Cristo. Mons. Machado: No a conflitti di fede
La raffigurazione dovrebbe essere installata a Kapala Betta (Hill). Per gli indù, è un luogo sacro al dio Shiva. L’arcivescovo di Bangalore spiega che “Betta” significa “calvario”. La collina è la Via Crucis della comunità cristiana. Mons. Machado: “Non ne faremo una questione di fede”.
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Centinaia di radicali indù hanno protestato ieri contro l’installazione di una statua di Cristo nello Stato indiano del Karnataka. La raffigurazione del Salvatore è alta 34,7 metri (114 piedi) e dovrebbe essere collocata nella località di Kapala Betta (Hills), nella città di Kanakapura. Gli indù si oppongono all’erezione in questa zona, che secondo loro avrebbe antichi legami con Munieshwara, una delle incarnazioni del dio Shiva.
Ad AsiaNews mons. Peter Machado, arcivescovo di Bangalore, afferma: “Abbiamo chiesto al governo di non rendere la questione divisiva dal punto di vista religioso. Comprendiamo il sentimento della maggioranza indù. Siamo una minoranza, ma abbiamo il diritto il esistere. I cristiani vivono qui da centinaia di anni e la collina è usata per il cammino della Croce. Infatti la parola ‘Betta’ significa ‘calvario’. Ad ogni modo, non ne faremo una questione di fede. Oggi, nel nostro santuario celebriamo la festa di Gesù Bambino, e continuiamo a pregare e a lavorare per la pace”.
La manifestazione era organizzata dalle più importanti organizzazioni nazionaliste indù a livello nazionale: il partito di governo Bjp (Bharatiya Janata Party), Vhp (Vishwa Hindu Parishad), Rss (Rashtirya Swayamsevak Sangh) e Hjv (Hindu Jagran Vedike). Le sigle dell’estrema destra contestano l’atto di vendita del terreno destinato a ospitare l’immagine di Gesù. Durante il raduno, Kalladaka Prabhakar Bhat, leader dell’Rss, ha affermato che “non consentiremo attività di conversione nè la costruzione di una statua di Cristo nelle colline di Kapala. Se proprio abbiamo bisogno di una statua, essa deve essere di Tilak, o Gandhi o delle migliaia di santi [divinità indù] dell’India”.
La statua dovrebbe essere scolpita in un unico pezzo di roccia. Ancora non sono stati fissati i tempi della sua collocazione. Dovrebbe sorgere in un terreno di 10 acri donato da DK Shivakumar, un membro dell’Assemblea statale esponente del Congress. Il politico evidenzia che in passato egli ha donato altri lotti di terra per la costruzione di “templi, sale per la comunità, scuole e ospedali. Credo nell’uguaglianza di tutte le religioni”. Poi ha aggiunto: “Nessuno si è mai lamentato prima d’ora”. A fianco del membro del Congress si è schierato Deve Gowda, ex primo ministro dell’india. “Questo Paese – ha detto – appartiene a tutti. Ambedkar [il padre della Costituzione indiana, ndr] ha scritto leggi in cui sostiene che dobbiamo proteggere tutte le religioni”.
Mons. Machado sottolinea “che il terreno è stato ceduto in maniere legale e vogliamo risolvere la questione in termini legali. Per questo invitiamo la comunità cristiana a mantenere la calma e la pace a non rispondere in maniera violenza. Non è tanto importante avere una statua, perché la devozione è a prescindere. Se la legge ci consentirà di averla, la costruiremo. Altrimenti non ci metteremo a combattere. Se dovesse essere eretta, sarà di sostegno alla fede. Noi preghiamo per tutti. Siamo cristiani, non discriminiamo e siamo al servizio di tutti, della comunità di maggioranza così come dei cristiani stessi”. (A.C.F.)
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