Kandhamal, 'non bastano i soldi’ per le vittime dei pogrom
A Delhi la prima Consultazione nazionale per le vittime dei moti anti-cristiani del 2008. Almeno 6.495 persone erano state arrestate per gli scontri, ma alla fine solo 78 sono finite in carcere. Danneggiate o distrutte un totale del 4.822 case; danneggiate 232 chiese.
Mumbai (AsiaNews) – Per fare davvero giustizia per le vittime del Kandhamal, "abbiamo bisogno di maggiori risorse umane e finanziarie. I casi sono più di 320”. Lo afferma ad AsiaNews p. Dibakar Parichha, segretario della Commissione Giustizia e pace dell’arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar. Secondo il sacerdote, “le persone non devono essere private della giustizia. Sforzi più coordinati aiuterebbero di più le vittime”.
A distanza di 10 anni dalle violenze settarie attuate dai radicali indù nel Kandhamal, la Chiesa cattolica indiana ha organizzato a Delhi la prima Consultazione nazionale sulle vittime cristiane. Tra i partecipanti, anche mons. John Barwa, arcivescovo locale, che dal suo predecessore mons. Raphael Cheenath ha raccolto le redini della strenua lotta per ottenere giustizia e giusti risarcimenti per i morti e le proprietà distrutte.
Secondo i dati forniti dalla Commissione, il numero dei casi registrati è di 827, mentre quello delle denunce formalmente presentate è di 512. Per quanto riguarda il dato dei processi conclusi, si parla di 362 dibattimenti. Almeno 6.495 persone erano state arrestate per gli scontri, ma alla fine solo 78 sono state sottoposte a regime di detenzione. Il numero dei processi pendenti è di 150.
Per quanto riguarda invece i danni alle proprietà dei cristiani e della Chiesa, le case distrutte sono state 1506, mentre quelle danneggiate 3.316, per un totale di 4.822; gli uffici pubblici 21; da ultimo, le chiese danneggiate sono state 232.