Kaliningrad: autorità russe lanciano ‘guerra’ culturale contro comunità lituana
Una risposta al blocco delle merci in transito dalla Lituania. Giro di vite iniziato con invasione russa dell’Ucraina e conseguenti sanzioni della Ue. Sul territorio si intensifica la propaganda contro i lituani: sono accusati di sovversione e di essere delle spie.
Mosca (AsiaNews) – Una zona molto sensibile agli eventi legati alla guerra in Ucraina è l’enclave baltica russa di Kaliningrad, già Koenigsberg nella Prussia orientale, dove il filosofo Immanuel Kant ha elaborato i principi della “Critica della ragion pura”. Stretta tra Polonia e Lituania, la regione si trova ora in gravi difficoltà per il divieto di transito deciso dalla Lituania per diversi prodotti dalla Russia, e la tensione cresce di continuo trasformandosi in “guerra culturale”, non potendo direttamente usare le armi contro un Paese della Nato.
Tra la popolazione locale sono molti i cittadini di origine lituana, con una significativa presenza di cattolici, e le autorità hanno deciso di vendicarsi prendendosela con loro e le istituzioni legate alla loro cultura. Su richiesta del ministero russo della Giustizia, un tribunale ha chiuso l’Associazione degli insegnanti della lingua lituana; anche i membri di un gruppo musicale folcloristico delle campagne non hanno potuto esibirsi con canti e danze lituane, molto popolari nella regione.
L’Associazione linguistica è stata bloccata per “discrepanze nei documenti statutari”, che risalgono al 1995 per unire i maestri di scuola, i dirigenti dei centri culturali e i gruppi folcloristici nella valorizzazione delle tradizioni lituane, e anche “per rafforzare la convivenza amichevole tra i popoli della Russia e della Lituania”. Sul sito della disciolta organizzazione si esalta il fatto che “la nostra terra ha dato i natali a grandi rappresentanti della letteratura e della cultura lituana, tanto da esserne stata definita la culla”.
Dalla parete della casa natale del filosofo e umanista Eduard Vidunis, uno dei “padri della cultura lituana”, è stata staccata la stele memoriale che risaliva ancora agli anni sovietici, nella città di Sovetsk al confine con la Lituania. In un altro centro di frontiera, a Neman, degli sconosciuti hanno coperto con il cellophane un altro monumento a uno scrittore lituano, Martinas Mažvidas, un grande riformatore delle lettere e il primo a pubblicare libri in lingua lituana.
Il capo dell’Associazione degli insegnanti lituani, Aleksej Bartnikas, ha detto ai giornalisti di Sever.Realii di non avere intenzione di fare appello contro la sentenza di chiusura e neanche di commentarla, perché il gruppo non ha mai voluto occuparsi di politica, e oggi sarebbe impossibile astenersi da posizioni conflittuali. Il compito dell’istituzione era l’organizzazione di manifestazioni come le “Olimpiadi” della lingua lituana e altre iniziative per la conoscenza della storia della regione, con escursioni e visite in vari luoghi significativi e festival di folclore locale.
Si intensificano invece le espressioni di propaganda anti-lituana sul territorio. Il direttore operativo della “Comunità russa della regione di Kaliningrad”, Maksim Makarov, famoso per la sua lotta annosa contro una mitologica “germanizzazione” della storia locale, ora diffonde dal suo blog e in varie pubblicazioni le accuse all’associazione di Bartnikas di collaborazionismo con i servizi segreti lituani, ottenendo finanziamenti per la diffusione di una “etnocultura antirussa” nella zona.
Le attività “sovversive” dei lituani, secondo le accuse, sarebbero iniziate in reazione alla “operazione militare speciale” in Ucraina, con la diffusione sistematica di false informazioni volte al discredito delle Forze armate russe, la grande accusa delle purghe putiniane. Makarov aggiunge che l’associazione linguistica sarebbe in realtà anche un “centro di propaganda della cultura Lgbt”, anch’essa sostenuta dal governo lituano, mascherata sotto le apparenze delle danze folcloristiche.
I lituani che vivono nella regione di Kaliningrad sono diverse decine di migliaia, e ogni anno si tengono le Giornate della cultura lituana, come del resto anche di quella polacca e tedesca, oltre a tante altre manifestazioni da sempre sostenute anche dalle autorità locali. Molti russi si sono trasferiti qui per alleggerirsi dal peso della propaganda bellica, che ora sta raggiungendo anche i confini più occidentali.
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