Kalimantan, la pastorale di un sacerdote Dayak tra i giovani tribali
Essi sono spesso esposti a fenomeni come l’uso di droghe ed il gioco d’azzardo. P. Lukas Ahon dedica loro uno specifico programma di “faith coaching”. A Gunung Benuah, l’ultimo raduno giovanile dal titolo “Eucarestia per i giovani”. Le testimonianze di alcuni membri del comitato organizzatore e ragazzi che vi hanno partecipato.
Pontianak (AsiaNews) – P. Lukas Ahon, sacerdote passionista della parrocchia di St. Fidelis a Sungai Ambawang, nella remota provincia del Kalimantan occidentale, affronta con la sua attività pastorale le sfide che attendono i giovani tribali Dayak. Il sacerdote, anch’egli tribale, dedica loro uno specifico programma di “faith coaching” [allenamento alla fede, ndr].
La maggioranza di questo gruppo etnico indigeno del Borneo è cattolica e conduce ancora una vita nomade, che dipende dalle risorse del territorio. Lo sviluppo infrastrutturale della regione, avviato dal governo indonesiano, ha di recente esposto la comunità Dayak alla modernizzazione. I giovani tribali, componente più fragile di questo contesto sociale, subiscono le conseguenze più gravi di tale processo e rischiano di cadere vittime di fenomeni come l’uso di droghe ed il gioco d’azzardo.
La chiesa di Sungai Ambawang possiede più di 32 “stazioni”, termine che in Indonesia indica i territori amministrativi che compongono una parrocchia. P. Ahon da sempre sprona la Gioventù cattolica di San Giovanni Bosco [associazione giovanile locale, ndr] a promuovere il programma in ciascuna di esse. Tra il 4 e il 5 novembre scorsi, la stazione di St. Thaddeus, a Gunung Benuah, ha ospitato il raduno giovanile dal titolo “Eucarestia per i giovani” (Ekm), cui hanno preso parte decine di ragazzi Dayak. Le prossime edizioni avranno luogo in altre stazioni della parrocchia di St. Fidelis.
“Qualche anno fa ho messo in pratica questo nuovo modello di ‘coaching’ della fede all'aria aperta tra i giovani Dayak locali e la loro risposta è molto positiva”, dichiara ad AsiaNews p. Ahon, a Sungai Ambawang da oltre 10 anni. “Il mio obiettivo è molto semplice: voglio favorire il buon stile di vita cattolico tra i nostri giovani delle stazioni di questa grande parrocchia. Questa chiamata è critica, poiché i giovani Dayak locali sono stati fortemente influenzati da una nuova ondata di ‘informazioni’ sullo stile di vita urbano, talvolta non in linea con gli insegnamenti cattolici”. “I giovani sono felici di incontrarsi in questa due giorni dedicata alla fede e dalla loro conoscenza con i coetanei può nascere un buon modello di vita”, afferma il sacerdote.
AsiaNews ha raccolto le testimonianze di alcuni membri del comitato organizzatore e ragazzi che hanno partecipato all’evento di Gunung Benuah. Valentinus Agip, capo villaggio locale, ribadisce l’importanza per i ragazzi di confrontarsi nella fede. “Portano a casa qualcosa di significativo per la loro vita”, dichiara. Kristina Verra, studentessa universitaria proveniente dalla stazione di St. Peter’s Retok Bebantek, racconta la sua prima esperienza al raduno organizzato da p. Ahon: “Questa iniziativa di formazione della fede mi ha davvero aiutato a comprendere e praticare il buon modo di vivere dei giovani cattolici nella società. Questo evento ha anche motivato me e il mio gruppo di amici a partecipare ad ogni evento della Chiesa, nella parrocchia e nelle stazioni”. “Questo evento viene organizzato da anni ed esercita una forte influenza sui giovani cattolici della stazione ospitante. Essi sono spiritualmente e moralmente invitati a rinnovare il loro modo di vivere”, riferisce Yonas Lbt, presidente della Gioventù cattolica di San Giovanni Bosco.
16/02/2018 08:04