Kabul: scatta a mezzanotte la tregua parziale con i talebani
Concordata tra gli Usa e la guerriglia, durerà sette giorni. L’intesa è la base per la conclusione di un futuro accordo di pace. Le lotte intestine a Kabul minacciano le trattative. Il conflitto ha fatto più di 150mila morti dal 2001.
Kabul (AsiaNews/Agenzie) – Il Consiglio per la sicurezza nazionale afghano ha annunciato che una tregua parziale con le milizie talebane scatterà alla mezzanotte di oggi, 21 febbraio, ora locale e durerà sette giorni. L’intesa, che è stata confermata alla Reuters da tre esponenti della guerriglia islamica, è stata raggiunta dagli Stati Uniti e dai talebani come precondizione per la firma di un accordo di pace tra le due parti e l’avvio di futuri negoziati tra gli attori afghani impegnati nel conflitto. Finora i talebani si sono sempre rifiutati di trattare con le autorità di Kabul, ritenendole delle “marionette” degli Usa.
Nel periodo considerato, il gruppo estremista dovrebbe “ridurre” il ricorso alla violenza, senza lanciare attacchi nei centri abitati, contro le basi Usa, delle altre forze internazionali e di quelle afghane. Anche le principali strade del Paese dovrebbero essere risparmiate. Allo stesso tempo, i militari americani, i loro alleati della coalizione anti-terrorismo e le truppe locali non dovranno condurre offensive contro i miliziani, se non per autodifesa.
La tregua non è estesa alle altre formazioni jihadiste presenti in Afghanistan (in particolare, il ramo locale dell’Isis e i talebani pakistani). Nel frattempo, il governo afghano smentisce l’annuncio fatto dai talebani che uno scambio di prigionieri avverrà prima dell’inizio di trattative di pace.
Un precedente negoziato tra Washington e i talebani, iniziato in Qatar nel 2018, è fallito lo scorso settembre. Il processo di pace dovrebbe concludersi con il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan. In cambio, gli Usa chiedono l’impegno dei leader talebani a tagliare i legami con le altre organizzazioni jihadiste, a deporre le armi e a partecipare alla vita politica del Paese.
La tenuta della tregua è minacciata dall’instabile quadro politico emerso dopo la conferma alla presidenza di Ashraf Ghani. Il suo principale oppositore, Abdullah Abdullah, rigetta i risultati delle elezioni e promette di formare un proprio governo.
I talebani, guerriglieri di etnia pashtun originari del sud del Paese, sono attivi in quasi tutte le province afghane. Washington e le forze dell’Alleanza del nord (formata in prevalenza da tagiki e uzbeki) rovesciarono il governo talebano tra la fine del 2001 e gli inizi del 2002, subito dopo l’attacco alle Torri gemelle e al Pentagono. Il gruppo fondamentalista ospitava i leader di al-Qaeda, responsabili degli attentati sul suolo americano.
Secondo dati recenti, il conflitto ha provocato 157mila morti, di cui 43mila civili. Le forze Usa, che hanno al momento 13mila unità sul campo, supportate da 17mila effettivi messi a disposizione dalla Nato e altri partner, hanno subito 2200 perdite. Con le elezioni presidenziali alle porte, il presidente americano Donald Trump punta a riportare i soldati americani a casa, una delle richieste della sua base elettorale.
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