Joshua Wong condannato a tre mesi di carcere
L’attivista di Occupy Central colpevole, insieme ad altri 14, di aver ostacolato l’ordine della corte di sgomberare il sito delle proteste. Wong potrà presentarsi alle elezioni parlamentari. L’accanimento giuridico voluto da Pechino. “Potete rinchiudere il nostro corpo, ma non potete sigillare le nostre menti”.
Hong Kong (AsiaNews) – Joshua Wong, l’attivista democratico fra i più noti del movimento Occupy Central, è stato condannato oggi a tre mesi di carcere per aver ostacolato un ordine della corte di smantellare il sito delle proteste del 2014.
Wong era già stato condannato per occupazione di suolo pubblico, e in libertà su cauzione attende il risultato di un appello.
Assieme a lui, Raphael Wong, vice-presidente della Lega studentesca dei democratici sociali, è stato condannato a quattro mesi e 15 giorni. Un altro leader studentesco, Lester Shum, ha ricevuto una condanna in sospeso, insieme ad altre 13 persone con età dai 18 anni ai 65.
Gli avvocati difensori avevano chiesto più clemenza, facendo notare che gli imputati avevano agito in modo non violento e spinti da un ideale. Il giudice della corte suprema, Andrew Chan Hing-wai, ha ritenuto che l’occupazione di suolo pubblico ha portato conseguenze alla popolazione, soprattutto ai più poveri e indifesi. In ogni caso, la condanna a non più di tre mesi per Joshua Wong, sembra non compromettere la possibilità per lui di presentarsi alle prossime elezioni parlamentari del territorio.
Nella sala e all’esterno della corte si sono radunati molti attivisti e amici. Per essi le sentenze giudiziarie contro i membri di Occupy Central sono un accanimento giuridico voluto da Pechino. In precedenza, Joshua Wong, Nathan Law e Alex Chow erano stati condannati solo a mesi di servizio sociale, ma il governo di Hong Kong (su suggerimento di Pechino, dicono gli attivisti), ha chiesto una revisione del processo, facendo loro infliggere una pena detentiva. Lo scorso primo ottobre, migliaia avevano manifestato criticando il segretario per la giustizia, Kimsky Yuen Kwok-keung e accusandolo di essere “un burattino di Pechino”.
Prima di essere condotto via, Joshua Wong, si è rivolto ai suoi amici e giornalisti dicendo: “Potete rinchiudere il nostro corpo, ma non potete sigillare le nostre menti”.
18/08/2017 11:31
02/02/2018 09:03