04/05/2015, 00.00
SRI LANKA
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John Kerry incontra i leader tamil: Il governo deve indagare sui crimini di guerra

di Melani Manel Perera
Il Segretario di Stato americano ha concluso ieri la sua visita nel Paese. Tra i temi discussi coi leader tamil la riconciliazione tra etnie a sei anni dalla fine della guerra civile. L’inchiesta sui crimini dell’esercito un punto chiave: “Non importa quanto dolorosa possa essere la verità”.

Colombo (AsiaNews) – Il Segretario di stato americano John Kerry ha invitato il governo srilankese a portare avanti – in cooperazione con le Nazioni Unite – le indagini sui crimini di guerra avvenuti durante la guerra civile, nel rispetto degli standard di credibilità internazionale.

 Il politico statunitense ha concluso ieri i suoi due giorni di visita in Sri Lanka, durante i quali ha incontrato sia i leader del governo che i più influenti politici tamil, tra cui R. Sampanthan, capo del Tamil National Alliance (TNA).

Nella conferenza stampa a seguito dei colloqui, il diplomatico americano ha dichiarato che le istituzioni srilankesi si stanno rafforzando, ma che vanno fatti ulteriori progressi: “Lo Sri Lanka è ad un punto decisivo della sua storia. La pace si è stabilita, ma la vera riconciliazione ha bisogno di tempo”.

Il riferimento è alla guerra civile che si è conclusa nel 2009, combattuta tra i separatisti tamil e il governo, che ha insanguinato lo Sri Lanka per più di 30 anni. Kerry ha incontrato il chief-minister tamil della provincia settentrionale, teatro dello scontro, e ha ribadito la linea diplomatica degli Stati Uniti, secondo cui il governo srilankese ha il dovere di investigare sui presunti crimini di guerra perpetrati dal proprio esercito nelle fasi finali del conflitto a danno della popolazione tamil.

“Non importa quanto dolorosa possa essere la verità – ha dichiarato il Segretario di Stato –, ricercarla è la cosa più umana e giusta da fare e, che ci crediate o no, è una passaggio essenziale del processo di guarigione della comunità”.

Uno dei casi ancora aperti riguarda le sparizioni forzate di persone di etnia tamil avvenute durante il conflitto, la cui responsabilità non mai stata chiarita. Secondo Kerry, “ogni cittadino ha il diritto di cercare la verità e ha il diritto di aspettarsi giustizia per le vittime dei crimini di guerra o di crimini contro l’umanità”. “Queste sono questioni dolorose, lo riconosco. Ma se tu cerchi di costringere la gente a dimenticare semplicemente il passato – ha spiegato – e tenti di cancellarlo, credetemi, la gente si attaccherà ad esso in modo ancora più fermo”.

Il diplomatico americano ha affermato inoltre che, “se dite alla gente di rinunciare alla giustizia entro i limiti della legge, essi la cercheranno fuori dalla legge, e sarà più difficile, non più semplice, progredire verso un Paese pacifico”.

Kerry si è detto soddisfatto dei passi che lo “Sri Lanka ha compiuto in pochi mesi per risanare le istituzioni democratiche e creare un governo più responsabile”. Fra questi anche il 19mo emendamento alla costituzione, approvato il 29 aprile scorso: “Il presidente ha mantenuto la promessa di ridurre i suoi poteri – ha commentato il diplomatico americano – e di condividerli in modo più ampio col popolo. È un esempio del progresso della nazione operato dal nuovo governo”.

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